(Teatro Il Parioli Roma, 8/12 febbraio 2023)
Un Cechov scrupolosamente rispettato nella trama ma con la volontà di movimentare la scena con andamento mosso e persino qualche acrobazia. Bizzarrie di scena che non stonano rispetto alla tradizione. Cederna, l’attore di punta è inserito in un ensemble affiatato e di sicura affidabilità.
Il politicamente corretto in chiave bellica non ha tarpato le ali alla proposta cechoviana dell’innovativo teatro di Roma nord. Lo spettacolo restituisce il mood del cambiamento: dalla società agricola che vive sulla rendita a un qualcosa di profondamente diverso che si intuisce ma che non si riesce definire. Al centro delle contraddizioni Zio Vanja (a cui pesa l’incipiente vecchiaia) e una serie di amori frustrati e non corrisposti, sommersi dalla cappa dei matrimoni borghesi naturalmente insoddisfacenti. S’intuisce che molti dei sette personaggi in questione hanno voglia di trasgressione ma la mancata corresponsione decreta uno stato di perenne disagio, Particolarmente vistoso in zio Vanja che prorompe in un tentativo di omicidio dell’odiato professore e poi nell’aspirazione al suicidio tramite una fiala di morfina. Due tempi lunghi il giusto per sfiorare la mezzanotte, avvicinandosi all’abdicazione del pulsare delle passioni che restituisce, con la partenza degli ospiti, un clima di pace e di rassegnazione. Bisogna passare il tempo, trascorrerlo lavorando anche se se Sonja affida su un altalena agli astanti un messaggio profondo di speranza nella religione. Vanja intanto compone i testi di alcune fatture tornando nei ranghi di un’apparente normalità. In fondo lo spettacolo è la metafora di come una passione si ridimensioni nella normalità, spenta dal lento digradare dell’esistenza. Felicità e un migliore futuro sono indefinitamente lontani. E chissà mai se torneranno, come gli anni della gioventù.
data di pubblicazione:09/02/2023
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