Deve essere un posto perfetto per rilassarsi, osserva banalmente il “ciambellano” della Regina Elisabetta. E’ soltanto un posto per rilassarsi, risponde il direttore d’orchestra Ballinger (un immenso Michael Caine), che dietro il suo imperturbabile british humor sa benissimo che quell’albergo-oasi di benessere è molto di più. Ballinger, oramai in pensione, non vuole più dirigere alcuna orchestra, nemmeno quella commissionata da Buckingam Palace, a causa del dolore per l’assenza della moglie Melody, melodia di nome e di fatto, visto che sulla sua esistenza ha costruito gran parte della sua brillante carriera. Ogni estate lui e il suo miglior amico, il regista Mike Boyle (Harvey Keitel) si ritrovano in questo luogo incastonato tra le montagne svizzere; Mike, supportato da un gruppo di giovani sceneggiatori, si è arenato nella scrittura corale della terza stesura del suo film, che lui stesso definisce il suo testamento, di cui tuttavia non riesce a trovarne il finale.
Il soggiorno estivo raccontato da Paolo Sorrentino è diverso da ciò che inizialmente appare agli spettatori e di questa diversità sembrano esserne consapevoli solo i due anziani protagonisti. Youth è il continuo confronto tra due generazioni: gli ottantenni e i trentenni, ma in quest’altalena il desiderio di progettare e di guardare avanti non è appannaggio solo dei secondi, perché la giovinezza è qualcosa che può essere legata all’arte, come la musica o il cinema, ma non certo di esclusivo appannaggio dell’età anagrafica. E così le età si mescolano, conta solo il sentire, il desiderare. E come il Maestro Ballinger riesce a scavare dentro se stesso e a vivere il proprio dolore e le proprie emozioni grazie alla figura della figlia Leda, così Leda si trova a ricostruire la sua vita e si riaffaccia all’amore proprio grazie alla convivenza forzata con il padre nel centro benessere. Analogamente, il regista Mike deve circondarsi dell’inesperienza e dell’ingenuità di un variegato gruppo di giovani sceneggiatori per portare a termine la stesura del suo ultimo film, che tuttavia dovrà essere interpretato da una attrice (Jane Fonda) ormai avanti negli anni; e così, in questo continuo scambio vitale tra vecchio e nuovo, anche il giovane attore Jimmy Tree (Paul Dano) prepara il personaggio del suo prossimo film osservando e ascoltando attentamente i movimenti, gli sguardi, i pensieri degli “anziani” che s’incrociano tra la piscina termale, il solarium, i giardini dell’albergo e le passeggiate di montagna.
La Giovinezza rappresentata da Sorrentino è presente in ogni personaggio a cominciare dai due amici ottantenni che ancora ridono delle loro scommesse e guardano al presente con maggiore leggerezza ed incoscienza, lasciando riaffiorare quel sentire giovanile allorquando si confrontano sui ricordi dell’infanzia e su quello del primo amore per la stessa ragazza in età adolescenziale o mentre osservano incantati la bellezza statuaria di Miss Universo mentre nuda si immerge nelle acque della loro stessa vasca termale mostrandosi diversa dal personaggio da copertina patinata.
Non tanto un film sul tempo che passa inesorabile, dunque, bensì un film sulla progettualità che mantiene giovani e sull’amore. E se in Cocoon di Ron Howard (1985) un gruppo di anziani ritrovava l’energia e la luminosità della giovinezza immergendosi in una grande piscina di una villa disabitata, nell’incantevole albergo svizzero di Sorrentino i massaggi, le abluzioni durante le saune e nella piscina termale non regalano alcun sollievo analogo, perché i protagonisti non ringiovaniscono grazie ad esse, ma insegnano ed imparano ad amare e senza artifici estetici tutto appare armonioso e perfetto sebbene perfetto non sia.
Ogni singolo dettaglio nel film genera emozione, complice anche la fotografia e l’impeccabile miscela delle canzoni della colonna sonora; forse solo la figura di quel Pibe de Oro, tra gli ospiti illustri dell’albergo svizzero, al quale il regista dedicò un affettuoso ricordo dal palco dell’Accademy, riesce a marcare il distacco con un passato glorioso ed energico rispetto ad un appannato presente, dando una connotazione nostalgica alla assoluta leggerezza di questo film.
data di pubblicazione 24/05/2015
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