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W LE DONNE di Riccardo Rossi e Alberto Di Risio

Di : T. Pica

1 Mar 2019 | Accredito Teatro

(Sala Umberto – Roma,26 febbraio/ 3 marzo 2019)

La Trilogia di Riccardo Rossi in scena al Teatro Sala Umberto si chiude con un vero e proprio manifesto e inno alle donne.

 

Con W le donne lo spumeggiante Riccardo Rossi porta in scena un omaggio alla figura femminile partendo da una certezza inconfutabile: la donna è brava, lo sa ed è superiore all’uomo. Non a caso, partendo dal dato scientifico dell’analisi dei cromosomi, è sempre stato evidente che l’uomo altro non è che un errore umano “uno scherzo della natura” e difatti – citando Groucho Marx – “Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta”.

Riccardo – ormai mi prendo la confidenza di parlarne come di un amico, uno di famiglia perché così non può che essere dopo la condivisione di ricordi, episodi, pezzi di vita così vicini e familiari a me come al resto del pubblico – racconta, con il suo tono canzonatorio, burlesco e a tratti irreverente, come la vita dell’“errore umano”, alias l’uomo, sia fin dal primo gemito soggetta/sottomessa alla presenza forte, a tratti “manesca” e devastante della donna: dall’ostetrica, alla madre, passando per la maestra, la sorella, la migliore amica, la prima, seconda e forse la terza moglie, la suocera, l’amante, la nonna fino all’esilarante e incredibile momento di “umiliazione” e terrore con la moglie del portiere! Ciascuno di noi, uomo o donna che sia, può ritrovarsi e riconoscersi in questi piccoli affreschi colorati dalla “chiamata in causa” come esempi concreti di personaggi noti come Mina e Madonna Ciccone. W le donne, però, non regala solo perle di intelligente ironia e ilarità, perché Riccardo al cospetto dell’universale potenza e superiorità della donna, vuole anche raccontarci piccole ansie, imbarazzi, emozioni e sentimenti dell’uomo che, al nostro cospetto, spesso può trovarsi travolto e inciampare sulle sue paure o emozioni. E così, quando legge la lettera scritta da un padre per la figlia – unica “vestale” dell’amore più profondo e infinito che un uomo potrà mai provare e dimostrare per una donna – ti ritrovi emozionata come una bambina. Poi per fortuna irrompe la musica ritmata degli Wham!, asciughi gli occhi lucidi, e si riprende il viaggio tra i “volti” femminili che, con toni e ruoli diversi, accompagnano e accompagneranno per sempre ogni maschio.

Lo spettacolo volge poi al termine con una riflessione verissima che trae spunto da una frase con cui la madre di Riccardo gli ricorda che le generazioni nate dopo di lei, classe 1933, sono vissute – ancora oggi vivono – nell’“ovatta”. Partendo da questo incipit – che ci fa capire e comprendere alcuni atteggiamenti dei nostri genitori che nel quotidiano invece talvolta ci spiazzano o irritano – si snoda una parentesi dolce, vera e poetica dedicata dal protagonista a sua madre che si chiude con il fil rouge dello spettacolo: qualunque ruolo assuma nell’arco della sua vita – madre, sorella, fidanzata, figlia, moglie, suocera – la donna dovrà sempre avere rispetto!

Uno spettacolo arguto da vedere per ridere, sorridere e, soprattutto, emozionarsi!

data di pubblicazione:01/03/2019


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