complesso in scena composto da Riccardo Rossi (pianoforte), Stefano Sastro (tastiere e arrangiamenti), Max Bottini (basso), Marco Iacobini (chitarra), Fabrizio Fratepietro (batteria), Claudio Graziano e Gianluca Ciminelli (trombe), Ambrogio Frigerio (trombone), Riccardo Rinaudo (voce)
(Teatro il Parioli – Roma, 26 dicembre 2024/12 gennaio 2025)
Cento minuti di scoppiettante rivisitazione di cinquanta anni di memorie musicali. Senza malinconia. Con la ben nota simpatica stentorea affabulazione, Rossi ripercorre una sinergia irreversibile con le sette note. Partendo dalla classica, poi accantonata, assemblando un complesso evergreen tutti gusti che, come un juke box, può davvero suonare di tutto. Spettacolo ideale per le feste su cui i Gentile hanno investito per più di due settimane di tenuta in scena.
Non è un mitomane, non è un esaltato del selfie ma un tenace collezionista di memorabilia Riccardo Rossi che nella sua personalissima galleria di personaggi importanti incontrati nel dominio della musica usa prova testimoniali con le foto. E sfoggia una padronanza al pianoforte capace di svariare in una forbice esecutiva davvero molto vasta che spazia dalla ninna nanna dispensata agli infanti alle hit di Michael Jackson. Con l’esilarante narrazione del famoso presunto plagio ai danni di Al Bano. Anni di studio preparatorio ma anche paziente assemblaggio di una band che ricorda quella che si esibiva al Maurizio Costanzo Show, stessi metri quadrati. Dunque sfilano nelle cover molto personali Quincy Jones, Stevie Wonder, Burt Bacharach, gli Earth Wind and Fire, Michael Bublè e persino Leonard Bernstein. Dietro l’angolo c’è sempre uno scatto con la macchina fotografica originale, una stretta di mano, un divertente aneddoto reso ancora più suggestivo dal passare degli anni. La partecipazione emotiva alle sue imprese di aggancio dei Vip è solidale e alla fine ti accorgi che ti è passata davanti agli occhi e dentro le orecchie mezzo secolo di storia. E non solo musicale.
data di pubblicazione:27/12/2024
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