VIVA LA SPOSA di Ascanio Celestini (72^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2015 – Giornate degli Autori)

Il viaggio di nozze di un’americana sposa bionda, equamente diviso tra il fascino monumentale del Bel Paese e le rovine del terremoto dell’Aquila, diviene la sognante boccata d’ossigeno di una porzione di umanità delimitata dal perimetro del Quadraro, quartiere romano non segnalato sulle guide turistiche.

Nicola (Ascanio Celestini), quando non smarrisce il suo travolgente eloquio sul fondo del bicchiere, è un cantastorie che ha ricevuto il dono di un’innocenza generosa e incontaminata. Si offre di aiutare la famiglia di un truffatore delle assicurazioni finito per sventura sotto le ruote del suo furgone, si prende cura del figlio di una prostituta mentre la mamma è al lavoro, è disposto a rinunciare alla Sambuca per regalarsi l’illusione di un bagliore d’amore con Sofia (Alba Rohrwacher, Coppa Volpi lo scorso anno per Hungry Hearts e alla Mostra del cinema anche con Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio), non ha paura di dire “lo conosco” quando un amico è in difficoltà.

Viva la sposa è un film corale nel complesso ben riuscito, che raggiunge i punti più alti grazie alla scrittura straniante e al talento di teatrante del mattatore Celestini, restituendo la disillusa fotografia di un “popolo” che vive ai margini della “grande bellezza da cartolina” e che finisce per avere come indirizzo di casa quello del rassicurante bar di quartiere. Non mancano gli spunti di accorata denuncia politico-sociale, che, per quanto ben amalgamati nel tessuto narrativo (al contrario di quanto avviene in A Bigger Splash di Luca Guadagnino, in concorso a Venezia 72), sono esplicitati con una schiettezza talmente esibita da lambire a tratti il rischio della banalizzante semplificazione.

Resta la sensazione di un’ironia impietosamente dolceamara, oscillante tra il cinismo impotente e la

speranza che non cede alla rassegnazione: basta in fondo un velo bianco e uno strato di rossetto per tornare a gridare “Viva la sposa!” e per trovare un appiglio in grado di sorreggere i naviganti a fronte dell’impetuosa corrente dell’esistenza.

data di pubblicazione 07/09/2015








1 commento

  1. Cara Miele doc, purtroppo la mia visione è stata molto influenzata dalle banalizzazioni cui dai cenno. Pur apprezzando il Celesti artista, ciò che non mi ha convinto, in questo caso, è proprio il suo non riuscire ad affabulare, a narrare, come nel suo specifico, giustapponendo tanti temi e spunti, senza avere la forza di trattarli efficacemente. Con una formula che uso spesso: ho visto sullo schermo le intenzioni del regista e non la realizzazione delle stesse. E quando ciò accade la cosa non mi piace.

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