Presentato all’ultimo Festival di Venezia nella Sezione Orizzonti Extra, Vittoria racconta la vera storia di Marilena Amato e Gennaro Scarica che sul grande schermo interpretano se stessi. Una storia semplice la loro, ma talmente carica di umanità, da emozionare profondamente.
Jasmine e Rino sono una coppia sposata da tanti anni, molto affiatata. Vivono a Torre Annunziata, dove lei gestisce con la sorella un salone di bellezza mentre lui ha un laboratorio di falegnameria. Hanno un mutuo da pagare, un finanziamento per l’avvio dell’attività di Rino e tre figli maschi da crescere. Il più grande ha iniziato da poco l’apprendistato come parrucchiere da uomo ma non è molto convinto che quella sia la sua strada. Gli altri sono ancora in età scolare. Jasmine è una madre semplice ma sa osservare i suoi figli, sino a comprenderne le difficoltà e le aspirazioni. È una donna libera ma che conosce bene il suo ruolo all’interno della famiglia. Con Rino hanno spesso discussioni ma sempre costruttive, di confronto, su tutto. Da qualche tempo però è turbata da un sogno ricorrente in cui una bambina bionda le va incontro. La bambina non è sola: con lei c’è il padre di Jasmine, operaio dell’Ilva morto prematuramente di cancro per contaminazione da amianto. Quel sogno, all’apparenza angosciante, tramuta un dolore ancora vivo nella gioia per l’arrivo di una nuova vita: Jasmine capisce che vuole quella bambina. Ne parla al marito che non vuole saperne soprattutto quando scopre che l’intenzione di Jasmine è l’adozione ”i figli sono di chi li cresce non di chi li fa”. Nel bel mezzo di un pranzo di famiglia, mentre si parla tra il serio e il faceto dei piani di evacuazione qualora il Vesuvio dovesse eruttare, Jasmine rende pubblica la sua idea di adottare un figlio.
Marilena “Jasmine” Amato sembra uscita dalla penna drammaturgica di Eduardo De Filippo. In lei convivono credo religioso, superstizione e saggezza popolare in un unicum che trasuda una tale rara umanità, che non può che con forza entrarti nel cuore. Così come è forte la sua spinta irrazionale nel desiderare il frutto di un sogno. Jasmine è una sorta di eroina moderna intrisa di tradizione popolare e Vittoria rappresenta il suo percorso interiore, fatto di coraggio e ostinazione, che stupisce perché non supportato da un livello culturale che possa in qualche modo giustificarlo. Il suo sguardo segnato da un quotidiano fatto di lavoro domestico e non, guarda sempre oltre, proiettato verso il futuro. Tuttavia il film ha il dono di non perdere mai di vista la vita di tutti i giorni, senza scivolare nel becero romanticismo ma proiettandoci sempre nel mondo reale.
Gli attori, tutti non professionisti, portano sul grande schermo una porzione della loro vita di cui Marilena Amato (Jasmine) ne è l’indiscussa protagonista. E la sua ostinazione, che nasce dal suo innato bisogno di offrire amore, ci emoziona profondamente.
data di pubblicazione:05/10/2024
Scopri con un click il nostro voto:
0 commenti