“Non ne parlo mai, perché parlare di film invisibili è una sorta di lutto”. Queste le parole di Orson Welles a proposito de Il mercante di Venezia, film incompiuto e poi, apparentemente perduto anche nei suoi frammenti, fino a ieri in Sala Darsena, a Venezia. Una grande anteprima, dunque, per la serata del primo settembre 2015 al Lido, per la 72 ^ Mostra del cinema di Venezia, con la proiezione di ciò che si è riusciti a ritrovare, restaurare, e ricostruire grazie alla collaborazione di Cinemazero presso la Cineteca del Friuli, Cinemateque Francaise, il Filmmuseum di Monaco di Baviera e la Cineteca di Bologna. Una ricostruzione ottenuta sostituendo il rullo sonoro perduto con la registrazione di un Mercante di Venezia diretto e recitato a teatro dello stesso Welles. Ad aprire la serata, destinata come da tradizione, per la gran parte, al pubblico di Venezia, tramite i coupon comparsi sui quotidiani locali, il saluto del presidente della Biennale, Paolo Baratta, e del direttore artistico del settore cinema, Alberto Barbera. A seguire, nella sua prima esecuzione dal vivo a cura dell’orchestra classica di Alessandria, la partitura originale inedita del Mercante di Venezia di Angelo Francesco Lavagnino, autore delle musiche di molti film “shakespeariani” di Welles. Il successivo regalo fatto al numeroso pubblico accorso è stata poi la proiezione dell’Otello di Welles, nella versione doppiata in italiano che nel 1951 avrebbe dovuto concorrere al Lido. La copia, all’epoca, non arrivò. Qualcuno degli addetti al settore storceva il naso, ieri sera, sulla versione doppiata, e normalmente concordo, ma la voce e l’interpretazione del doppiatore Gino Cervi sono riuscite a rendere profondamente la forza dello sguardo di Welles e delle parole del Bardo.
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