Maria vive in famiglia a Nazareth e come tutte le donne di quell’epoca deve occuparsi solo delle faccende di casa. Presto dovrà andare sposa a un uomo che le verrà imposto, in base agli accordi tra le famiglie. La ragazza ha però altri progetti. Lei vuole studiare le sacre scritture, conquistare il mondo e non pensa proprio al matrimonio. Dopo vari tentativi, finalmente si convince a sposare un certo Giuseppe, falegname benestante che la istruirà e la preparerà al grande viaggio…
Paolo Zucca trae spunto dall’omonimo romanzo di Barbara Alberti per presentarci un’immagine del tutto inedita di Maria, la madre di Gesù. Il regista, sardo d’origine, trasferisce la sua storia proprio nella sua Sardegna, tra una fitta vegetazione a volte però soffocata da un paesaggio desertico e arcaico. In questo contesto si muove Maria, giovane oramai pronta al matrimonio, che però ha le idee ben chiare su come impostare la propria vita, ben lontano dai modelli patriarcali che le vengono imposti. Quindi una ribelle ante litteram che rompe gli schemi della società del suo tempo. Lei rifiuta il suo ruolo di moglie destinata solo alle incombenze domestiche e aspira a ben altro. Vuole imparare a leggere e scrivere, e fare tutte quelle cose che sono destinate solo agli uomini e vietate alle donne dalla legge. Solo Giuseppe, tra tutti i pretendenti che le vengono proposti, sarà in grado di capirla in fondo e assecondare i suoi desideri. La sposerà, la manterrà casta fin quando lei vorrà, le insegnerà tutto ciò che la renderà una creatura libera e emancipata. Un giorno un essere alquanto strano si presenta per annunziarle che qualcun altro, Dio in persona, avrebbe già deciso per lei. Rimanere incinta dallo Spirito Santo e non dal suo Giuseppe, è qualcosa che Maria non può proprio accettare. Se i Vangeli Apocrifi erano ritenuti sacrileghi per aver presentato una figura di Gesù ben lontana dai rigidi canoni del cristianesimo, il regista qui dà il via a interpretazioni su Maria a dir poco fantasiose. Una rilettura della figura della Madonna che farà sicuramente riflettere anche le più sfegatate femministe. E che dire poi di Gabriele, l’Arcangelo incaricato ad annunciare una gravidanza imposta e non voluta? Un giovane biondastro con tanto di ali piumate che si esprime con un tono arrogante e saccente. Nonostante la recitazione, molto teatrale in verità, di Benedetta Porcaroli (Maria) e di Alessandro Gassman (Giuseppe) il film non decolla e a tratti risulta quasi irritante. Senza passare per bigotti, si fa veramente fatica a seguire una storia che forse, almeno nelle buone intenzioni del regista, avrebbe invece dovuto dare una immagine di Maria più credibile, anche se fuori dagli schemi tradizionali della Chiesa.
data di pubblicazione:22/05/2024
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Ho trovato il film originale e la sua teatralità un valore aggiunto. Forse è difficile adattarsi ad una immagine della madonna così lontana dagli schemi, ma è senz’altro da apprezzare.