Il bisogno di connettersi con gli altri. Non stiamo parlando di social network, ma di ciò che entra in scena, attraverso la voce di uno dei protagonisti, nello spettacolo Uomini e Topi, trasmesso nei cinema italiani lo scorso 3 Marzo per la rassegna National Theater Live. Tratto dall’omonimo romanzo di Steinbeck, premio Nobel nel 1962 per le sue scritture realistiche e immaginative, unendo l’umore sensibile e la percezione sociale, lo spettacolo, sotto la direzione della regista teatrale Anna D. Shapiro, ci catapulta nella California degli anni successivi alla Grande Depressione, raccontandoci di un mondo in cui la sola cosa personale che uno ha è da dove viene e dove andrà. Il mito americano è già sbriciolato e i sogni accarezzati dagli uomini sono piccoli come topi e già aridi come la terra che quegli uomini devono coltivare per conto di altri. L’unica possibilità di sognare resta solo a chi è capace di farlo assieme a qualcun altro, a chi sa immaginare una casetta, con un po’ di terra, una stanza ciascuno, dei polli ma soprattutto dei conigli da far accudire a Lennie. George (interpretato dl poliedrico James Franco qui alla sua prima ed egregia prova a Broadway) si connette, condivide, si prende cura dell’amico, più debole perché affetto da un ritardo mentale: parla al suo posto, lo istruisce, cerca di tenerlo fuori dai guai. Ma Lennie si porta drammaticamente addosso, nella sua prorompente fisicità, la fragilità e la pericolosità dell’innocenza e ci regala, attraverso i gesti di una mano e lo sguardo sognante o spaventato che gli conferisce un magistrale Chris O’ Dowd (I Love Radio Rock, Le amiche della sposa, St. Vincent), il sapore dolce e straziante della tenerezza. Una sola striscia di cielo sembra trafiggere la scenografia, scarna e bellissima nella rappresentazione degli esterni, così come l’acqua taglia, nel suo scorrere, il palcoscenico, e costringe lo spettatore a guardare fisicamente e simbolicamente al di là di quel fiume su cui nasce e muore la vicenda. Sul palcoscenico e negli occhi di chi guarda si materializza l’emozione e la commozione pura che solo una storia di uomini e di topi così magistralmente diretta e interpretata poteva regalare.
Prossimi appuntamenti di una rassegna ormai imperdibile: replica di Skylight – 24 Marzo, Medea – 7 Aprile, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – 5 Maggio. Non solo, ma ovviamente al Cinema Farnese Persol.
data di pubblicazione 05/03/2015
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