(Teatro dell’Orologio – Roma, 21 aprile 2015 / 26 aprile 2015)
Si respira un’aria primaverile decisamente british in quel del Teatro dell’Orologio di Roma! Mauro Parrinello, protagonista nel ruolo di George insieme Elisa Benedetta Marinoni (nel ruolo di Flip), ha saputo ricreare, nella veste di regista di Tre Desideri, la tipica atmosfera dei piccoli teatri londinesi. A distanza di quasi quindici anni dall’esordio dell’opera di Ben Moor, i due protagonisti potrebbero tranquillamente essere una coppia dei nostri giorni: e come gran parte delle coppie dei trentenni di mezzo mondo – “mondo” che ricorre all’inizio e alla fine dello spettacolo con l’immagine della Terra vista dal Planetario – anche loro finiscono con lo smarrirsi tra interrogativi sul futuro, sulla perenne “ricerca di altro”, che impediscono loro di vivere serenamente il presente. A far da contraltare a quello che poi è l’amaro, ma indolore, epilogo c’è l’immortale bellezza della note di “Can’t take my eyes off you” – cantata da Frank Sinatra, Gloria Gaynor, così come da Lauryn Hill e Damien Rice è sempre bella – che si diffonde come per magia ogni volta che c’è un “primo appuntamento” o durante una festa di fidanzamento quasi a dar voce alla latente speranza che in quei momenti c’è nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. E quella “voce” fa ripeter al cuore “dai che è lui (o lei) quello (quella) giusto(a) / dai che stavolta me lo sento / si siamo proprio fatti l’uno per l’altra / oddio quando mi piace dai che stavolta davvero guarderò nessun altro (o altra), lo (la) amo….siamo perfetti!” ovvero, riassumendo, la magica atmosfera d’amore del “mantra” “Can’t take my eyes off you, ‘cause you are just too good to be true”. Eppure, dopo aver vissuto con Flip e George la fase del rapporto amoroso assaggia questa cosa è disgustosa (ma quanta verità!) e la fase a cosa stai pensando?, è sufficiente che all’improvviso ciascuno abbia la possibilità di esprimere 3 desideri di realizzazione istantanea per far sì che donne e uomini si perdano dietro futili paure, i soliti egoismi, o le solite banali megalomanie, a scapito del bene comune e, nel caso dei protagonisti George e Flip, a scapito del rapporto di coppia per desiderare “di non averti mai incontrata” e per finire nella fase mucca pazza del loro rapporto. Con la cartina tornasole dei 3 desideri che si dissolvono con la Nuvola si ribadisce come uomo e donna non siano fatti per camminare e invecchiare insieme mostrandosi decisamente repellenti al matrimonio. Sono due particelle di segno opposto che si attraggono intensamente e con pari forza si respingono – alla ricerca di un altro amore perchè ci si illude di meritare sempre qualcosa di grande e migliorare rispetto a quello che si adorava fino a qualche istante prima – fino a dimenticarsi grazie all’immediato incontro (frutto della forza attrattiva che fa avvicinare altri due atomi di segno opposto) con colui/colei che verrà subito dopo. C’è di buono che grazie al self control di Ben Moor tutto sembra apparentemente semplice e senza strascichi dolorosi e se non è detto che anche per i due protagonisti sia davvero così, senza rimpianti e ripensamenti, sicuramente la sua visione aiuta a vivere con la giusta leggerezza i piccoli fallimenti e ad affrontare con onesta franchezza i sentimenti che cambiano e svaniscono. Una rappresentazione davvero valida del testo di Ben Moor e ben articolata anche con le “incursioni” musicali ad hoc dotate – anch’esse – di inconfondibile british humor così come l’espressività, anche fisica, dei due Attori. Un toccasana in questa primavera!
data di pubblicazione 23/04/2015
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