Tatsuo, insieme alla figlia Haru, gestisce da anni un negozio per la produzione del tofu, seguendo scrupolosamente una ricetta tradizionale. Il suo tofu è molto richiesto da una clientela esigente e Tatsuo è molto orgoglioso di poterla accontentare. Inoltre rifiuta categoricamente che il suo prodotto possa essere venduto nei supermercati delle grandi città. Vedendosi oramai vecchio e malandato in salute si mette alla ricerca di un buon partito per la figlia, rimasta sola dopo il divorzio…
Il regista dirige un film dal sapore antico che ama soffermarsi su tutto ciò che parla del Giappone e delle sue antiche tradizioni. In Tofu in Japan si cerca essenzialmente il pretesto per parlare di un Paese che sta perdendo la sua millenaria cultura, anche in campo culinario. Tatsuo (Tatsuya Fuji) è anziano e non può andarsene senza sistemare la figlia Haru (Kumiko Aso), separata da tempo che rischia così di rimanere sola. Sotto la spinta di vari e stravaganti amici si metterà alla ricerca di un buon partito da farle sposare. I pretendenti non mancherebbero ma il vecchio è molto esigente e trova in ognuno un appiglio per bocciare in partenza ogni candidatura. Ma al di là delle forme in uso e del tradizionale rispetto generazionale vigente, la figlia ha già fatto la sua scelta. Poco importa se il prescelto sia brutto e basso, quel che le basta è che sia onesto, rispettoso e che soprattutto le voglia bene. Il film si concentra su uno scontro generazionale che vede contrapporre i desideri di entrambi che non coincidono, perché ognuno ha dalla vita aspettative diverse. Mitsuhiro Mihara sa confezionare un film garbato e rispettoso della tradizione nipponica dove ogni mossa è studiata anche nel quotidiano. Un velato ricordo anche degli orrori della bomba lanciata su Hiroshima visto che l’azione è ambientata in un piccolo centro di quella prefettura. Tofu in Japan introduce con sensibilità anche il tema dell’amore, un sentimento che non distingue le età e che arriva inaspettato anche per l’anziano Tatsuo. Un elemento che però decisamente stride con la delicatezza della narrazione è l’aver introdotto delle trovate spiritose ma a dir poco puerili. Se è vero che tutto questo rientra nella gestualità esageratamente ossequiosa di quel popolo, tuttavia alcuni espedienti risultano eccessivi e fuorvianti dall’essenza dell’intera storia. Una commedia leggera e senza pretesa che non lascerà parlare troppo di sé.
data di pubblicazione.22/12/2024
Scopri con un click il nostro voto:
0 commenti