Michele Malatesta è appena un bambino quando assiste allo sterminio della sua famiglia da parte del clan dei Camporeale. Dopo quarant’anni, queste due famiglie di malavitosi, rivali ed in guerra da sempre per contendersi il controllo del territorio del Gargano, sembrano aver trovato una tregua duratura anche grazie all’intercessione di una terza famiglia, quella dei Montanari.
Sono passati molti anni e Michele è un uomo, sposato con Teresa con cui è legato da un rapporto ancora molto passionale e da cui ha avuto tre figli: due maschi e una femmina. Andrea, il primogenito, s’innamora perdutamente di Marilena, la giovane e avvenente moglie del latitante Santo Camporeale nonché madre dei suoi due figli. Nonostante gli avvertimenti di Michele che esorta il figlio a togliersi quella donna dalla testa “ho riempito il camposanto per farti vivere tranquillo”, Andrea non segue i consigli del padre. La storia proibita tra i due giovani amanti, vissuta quasi alla luce del sole, riaccenderà la guerra tra le loro rispettive famiglie, dando vita ad una faida senza esclusione di colpi.
L’ambientazione del film è perfetta: una campagna in cui si allevano maiali e pecore, in cui il sangue si mescola al fango e dove le persone sembrano animali e le loro passioni bestiali, il tutto avvolto da un agghiacciante bianco e nero, dove non si percepisce alcuna sfumatura e in cui tutto è mescolato. Tuttavia le immagini, eleganti e cupe al tempo stesso, ci fanno quasi percepire l’odore acre di sterco, sudore e sangue che avvolge le vite dei protagonisti. Passione, violenza, legami malvagiamente indissolubili e forti, investono i personaggi, interpretati magistralmente da un gruppo di attori di tutto rispetto: da Tommaso Ragno a Michele Placido, da Lidia Vitale a Francesco Di Leva, dal quasi esordiente Francesco Patanè, alla sua seconda interpretazione sul grande schermo, sino alla sorprendente Elodie Di Patrizi, protagonista assoluta della storia, che incarna una donna piena di sfaccettature, la quale scatenerà un eccidio da cui nessuno si salverà, seminando morte tra gli uomini e lasciando donne vestite a lutto per il resto della loro vita.
Presentato quest’anno al Festival del cinema di Venezia nella Sezione Orizzonti, Ti mangio il cuore è una storia d’amore e sangue, un film a tinte forti che appassiona e colpisce, soprattutto quando sul finale scopriamo che si tratta di fatti realmente accaduti, narrati nell’omonimo romanzo-inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini sulla mafia foggiana. Se ne consiglia la visione.
data di pubblicazione:02/10/2022
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