Karsh (V. Cassel) è un ricco imprenditore. Devastato dalla morte della moglie ha inventato e commercializzato un sudario elettronico che permette di contemplare nelle tombe il corpo dei cari estinti. La profanazione del cimitero e della tomba della moglie lo spingerà a cercare i possibili responsabili con un percorso sempre più paranoico…
The Shrouds all’apparenza è un thriller con un intrigo a più piste articolato su una trama insolita e con risvolti etici, politici economici e horror. In realtà è soprattutto un compendio di tutte le tematiche predilette da Cronenberg nei suoi 50 anni di carriera. La sua fascinazione per le mutazioni dei corpi, il desiderio fisico del corpo altrui e l’impatto delle tecnologie sui corpi stessi. La sua ossessione per la passività umana davanti ai progressi non sempre etici della Scienza e per le paranoie complottiste. Un compendio privo però della visionarietà folle, vitale e geniale che lo ha reso celebre. Semmai un’opera autobiografica quasi testamentaria, realizzata con lo sguardo colmo di rabbia e dolore di un cineasta afflitto dalla scomparsa della compagna e di un uomo di 82 anni che riflette sulla vita che gli rimane e sulla morte. Le atmosfere sono macabre e funeree, affascinanti e disturbanti. Al centro c’è la Morte e la nuova tecnologia che consente di osservare il cadavere. Un’idea tanto orrorifica quanto voyeurista e cinica collegata all’elaborazione del lutto e all’industria funeraria che sfrutta il dolore. La maestria del regista è indubbia, la forma visiva è eccellente ma il film inizia a perdersi ben presto quando si squilibra fra un noir e un’indagine inconcludente. L’eccessiva verbosità dei dialoghi che girano a vuoto a scapito delle immagini e dell’azione diluisce infatti la portata drammatica e la tensione della storia. Il ritmo, già di per sé lento, diviene quasi nullo. Il coinvolgimento empatico verso gli attori, i personaggi e la vicenda stessa si attenua fin quasi a sparire. In realtà è proprio la ricchezza eccessiva dei temi affrontati da The Shrouds a divenire la sua maggiore debolezza. Infatti, dopo aver allettato lo spettatore, lo lascia interdetto davanti a uno sviluppo più confuso che complesso e a uno psicodramma non ben sviluppato che risulta tanto freddo e inconcludente quanto retorico e privo di anima. Cassel, evidente alter ego del regista anche nell’apparenza fisica e con lui Diane Kruger, sorella gemella della moglie, fanno il possibile.
Che dire allora? Bisogna essere indulgenti verso un grande Autore di culto come Cronenberg. Non è da tutti gli Artisti fare un grande film appena discreto!
data di pubblicazione:03/04/2025
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