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THE SEED OF THE SACRED FIG di Mohammad Rasoulof, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

Iran. Iman dopo anni di attesa viene nominato giudice istruttore al Tribunale Rivoluzionario di Teheran. La sua promozione porterà benefici a tutta la famiglia. Dovrà però subire le forti pressioni politiche e sottoscrivere condanne a morte. Scoppiano le proteste giovanili in tutto il Paese e scatta la repressione. La dura realtà entra anche nel suo nucleo familiare. Aumentano i contrasti, le paure, i sospetti. Tutto implode quando …

L’ultimo lungometraggio di Rasoulof merita ampiamente il Premio Speciale assegnatogli a Cannes 2024. Si tratta di un ottimo lavoro! Tra i migliori dell’anno. È un film di fattura classica ed altamente lirico in cui storia privata e vicende pubbliche si incrociano drammaticamente. Ottimo per la sua forza intrinseca, la sua intensità e la sua energia narrativa che non si diluisce né si riduce nonostante la durata di quasi tre ore. Un’opera rigorosa sul processo di disumanizzazione che i sospetti, le ambiguità e la violenza incombente possono produrre sugli affetti familiari, sui singoli e sulle masse. The seed of the sacred fig è scritto e diretto con mano ferma ed interpretato da un trio di attrici eccezionali. Stilisticamente attraversa scientemente tutti i generi cinematografici per evidenziare le tante contraddizioni dell’Iran di oggi. È una cronaca familiare, un dipinto sociale, un film politico, un road movie, un poliziesco, un thriller una denuncia ed un grande poema di dolore.

Al centro di questo lungo e lento fluire narrativo c’è la piccola famiglia del giudice, facile metafora di una parte per il tutto. Cuore pulsante e determinante sono invece tre donne, la madre che mantiene l’equilibrio domestico e le sue due giovani figlie una universitaria e l’altra adolescente. Al compiacimento iniziale per la promozione del capo famiglia subentra presto la presa di coscienza dei tanti condizionamenti che la cosa comporterà per essere ligi e conformi alle regole e ai valori ritenuti consoni dal Potere. Questa presa d’atto, la contemporanea esplosione delle grandi proteste giovanili, la violenta repressione e la cruda realtà che entra in casa tramite i social media usati dalle ragazze innescano un crescendo di tensione. La pressione aumenta fino all’implosione quando scompare la pistola di servizio assegnata al padre. Tutto precipita.

Paura, sospetti, interrogatori e paranoia. Il film, con una messa in scena degna dei migliori film d’azione americani, cambia all’improvviso dimensione, ritmo e stile. Si trasforma da studio psicologico che era in un thriller schizoide con un padre divenuto orco che sequestra le sue donne, le incarcera, le insegue… Un crescendo in cui il regista lancia il suo messaggio politico di speranza sull’intelligenza e le infinite risorse delle giovani iraniane.

The seed of the sacred fig è un’opera che con il suo stile, i suoi tempi, i suoi ritmi affascina lo spettatore, lo cattura per lasciarlo con il fiato mozzato nel superbo finale. Un lavoro d’autore i cui echi ci risuoneranno dentro a lungo.

data di pubblicazione:24/10/2024








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