Ascesa al trono nel 1952, a soli 25 anni, dell’inesperta ed insicura Elisabetta, costretta a farsi carico dell’onore e dell’onere di dirigere la più celebre monarchia del mondo. L’Impero Britannico ha vinto la II Guerra Mondiale ma ne è uscito spossato, il mondo politico è smarrito, il mondo sta cambiando velocemente, le tradizioni vacillano, i punti di riferimento vengono meno, una giovane donna sale sul trono più importante, all’alba di una nuova Era …
Complice il protrarsi della chiusura dei cinema, abbiamo alfine ceduto alle lusinghe delle “Piattaforme” ed abbiamo affrontato di petto un vero colosso, uno dei “gioielli della corona” di NETFLIX. Abbiamo visto la Prima Stagione di The crown, i 10 episodi già usciti sul finire del 2016 (la Seconda è uscita nel’17 e poi, dopo una pausa di due anni in corrispondenza del cambio del cast ed al salto narrativo temporale, nel’19 la Terza ed infine nelle scorse settimane la Quarta). Una creazione anglo-americana con un impegno economico stratosferico di ca. 120 milioni di dollari per ciascuna serie, su un progetto di ben 6 Stagioni. I risultati sono ampiamente all’altezza dell’investimento, il prodotto ha infatti un’innegabile qualità cinematografica: colonna sonora, ambienti, abiti, locations grandiose e sfarzose che fanno da giusto sottofondo ad immagini di uno splendore raramente visto in TV, si passa così da Malta al Kenya, dalla Scozia all’Australia, con ricostruzioni ed ambientazioni minuziose ed affascinanti fin nei più piccoli dettagli.
Una Prima Stagione di gran classe e bellezza. I tempi ed i ritmi sono molto “inglesi”, lenti e sobri ma altrettanto raffinati. La messa in scena è precisa ed accurata ed è evidente il gran lavoro di ricerca e rielaborazione dei fatti narrati: per la maggior parte reali e veritieri. Veramente un’eccezionale risultato narrativo da parte del creatore e sceneggiatore della serie: quel Peter Morgan già autore di The Queen (sugli schermi con Hellen Mirren nel 2006) che continua abilmente a svelare gli aspetti sensibili della Corona Britannica ed a scrivere “partiture” a volte forse un po’ lente ma nel complesso sempre belle e mai banali. Dietro alla cinepresa c’è poi Stephen Daldry, il collaudato e sensibile regista di Billy Elliot (2000), The Hours (2002) e di The Reader (2008) che filma, da par suo, con taglio molto cinematografico, con ritmo ed una scrittura sempre precisa e rapida che delinea benissimo i vari soggetti e contesti.
Una grande serie storica che seduce perché sa trovare la giusta angolatura per abbordare con ottimi risultati un soggetto già affrontato più volte. Vale a dire, saper raccontare con leggerezza l’inizio del regno di Elisabetta II entrando nell’intimità dei personaggi, unendo intelligentemente la “piccola” e la “grande” Storia.
Come nella celeberrima Dowton Abbey lo spettatore è trasportato infatti dietro le quinte dei Reali, dei Nobili e dei Politici alla scoperta delle loro vite così deliziosamente old-fashioned, ma qui però gli autori invitano lo spettatore a saper leggere con intelligenza fra le righe il vero senso di tutto: la sovrana è al centro di un contesto sociale, politico e soprattutto simbolico. E’ un’Istituzione! La Monarchia! Come può una monarchia sopravvivere davanti ai tempi moderni e come può un individuo medio come è Elisabetta trasformarsi da persona a Funzione? Su questo interrogativo, fra l’essere ed il dover essere, fra la perennità dell’Istituzione e le debolezze di chi deve incarnarla si pone tutta la vera essenza della serie. L’altra grande forza è poi il centrarsi anche sulla parallela storia della Gran Bretagna, un affresco storico su quei primi anni 50 in cui un leone come Winston Churchill è tornato pesantemente sulla ribalta politica e vuole restarvi nonostante l’età! Elisabetta e Winston sono due metafore: l’una troppo inesperta che deve sapersi confrontare con il “nuovo”, l’altro troppo pieno di esperienze che non si possono però più riproporre utilmente con il “nuovo”. Tutto attorno a loro e nello sfondo le loro vite private: il principe consorte Filippo di Edimburgo, la sorella Margaret, i vari politici ambiziosi …
Il casting è eccezionale: Claire Foy non cade nella trappola dell’imitazione della regina ma … è la Regina! Jon Lighton è un credibilissimo Churchill, bravo Matt Smith nei troppo stretti panni del principe consorte, perfettamente caratterizzati, come sempre, i comprimari ed i personaggi di 2° e 3° piano.
Questa Prima Stagione va detto è veramente una vera gemma! Si impone quindi il piacere di dover vedere e valutare anche le stagioni successive.
data di pubblicazione:08/01/2021
Ottima recensione che mi trova perfettamente d’accordo
Ho trascorso i lunghi pomeriggi di lock down, nella visione dei primi episodi della prima stagione, rapita dal fascino di una ottima rappresentazione televisiva, senza neanche accorgermi del trascorrere delle ore.