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THE BEAST di Bertrand Bonello, 2024

In un futuro distopico prossimo venturo dominato dall’Intelligenza Artificiale gli esseri umani devono alleggerirsi di tutti i condizionamenti legati alle emozioni, ai sentimenti e alla paura. Gabrielle (Léa Seydoux) si sottopone ad un trattamento che la porterà a rivivere una relazione complessa con Louis (George MacKay) un giovanotto da lei conosciuto in tre diverse reincarnazioni nel 1910, nel 2014 e nel 2044 …

Bonello molto apprezzato in Francia è un talentuoso regista che è espressione della cosiddetta cinematografia postmoderna. Il suo è un cinema spiazzante, cerebrale, attento all’eleganza formale ed alla perfezione delle immagini. Un cinema autoriale che i Cinefili duri e puri possono anche amare ma che il pubblico non francese non sempre riesce a gradire fino in fondo. Il minimo che si può subito dire di The Beast, suo undicesimo lungometraggio, presentato a Venezia 2023 è che il cineasta non si è di certo scelto un soggetto facile. Una vicenda articolata su tre piani temporali – passato, presente e futuro prossimo– fra loro estremamente intrecciati che rischia di porre in difficoltà lo spettatore medio ormai abituato a storie più lineari. Si tratta di un film distopico ed al tempo stesso di una favola romantica che attraversa il Tempo. Un’opera che seduce per la sua messa in scena precisa ed elegante e per l’audace fusione di più generi: thriller, film d’epoca, horror, science fiction e mélo. Un lavoro ricco di rimandi e citazioni da Resnais agli universi cinematografici di Lynch e Cronenberg. Il regista ci invita a riflettere su un tema attualissimo: l’amore ai tempi dell’Intelligenza Artificiale e su tutto ciò che ci rende ancora esseri umani: i turbamenti, i ricordi e la paura. La paura è infatti la Bestia che simbolicamente minaccia la nostra Società. Il timore di una catastrofe imminente che Bonello abilmente mantiene astratta ed incorporea. Chiave di volta del film oltre alla regia sono anche la buona sceneggiatura ed il montaggio. Apprezzabili i due protagonisti, in particolar modo la Seydoux che sostiene il film quasi da sola ed è brava nell’incarnare con sentimento tutta la difficoltà del vivere. Le fa da contrappunto il vibrante MacKay.

The Beast è senz’altro un lavoro ambizioso che non manca di una certa originalità. Eppure nonostante i vari pregi non mantiene le sue promesse e si perde lungo il cammino. Si frammenta, si squilibra, gira in tondo su se stesso, perde ritmo, diviene troppo complesso, sovraccarico di immagini ed eccessivamente lungo. Paradossalmente è un film che pone al suo centro il rifiuto inconscio di perdere le emozioni ma che, a sua volta, è tutto meno che emozionante e coinvolgente. Potrà di sicuro esercitare una certa fascinazione formale ma purtroppo resta troppo intellettuale, estetizzante e distaccato. Questa è tutta la grande qualità ma, al contempo, anche il principale limite di questo film molto particolare.

data di pubblicazione:20/11/2024


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