La settimana digital del Teatro di Roma, dal 12 al 17 maggio, ha continuato ad arricchire l’offerta del palinsesto di proposte virtuali su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) per condividere nuove forme alternative d’arte e teatro attraverso il web. Da segnalare gli incontri di Giorgio Barberio Corsetti con Massimo Popolizio e con Stéfan Braunschweig.
Tra le novità di questa settimana va segnalato il lavoro di Massimo Popolizio che ha raccontato il labirinto folgorante di Centuria, l’opera più ingegnosa di Giorgio Manganelli, portando in voce trenta dei Cento piccoli romanzi fiume, che compongono la raccolta di queste pagine stranianti e sortileghe. Una vera e propria produzione digitale del Teatro di Roma, affidata alle letture del gruppo di 13 attori della compagnia di Un nemico del popolo, per una galleria di 6 puntate da 5 centurie ciascuna, a partire da giovedì 14 maggio alle ore 16 su #TdRonline. Una raccolta di microstorie fantastiche e narrazioni enigmatiche – tutte rigorosamente della lunghezza di una pagina – per comporre non una trama ma un ritmo oscillante di narrazioni. Capeggiati da Massimo Popolizio e Maria Paiato, il gruppo di attori (Tommaso Cardarelli, Martin Chishimba, Francesca Ciocchetti, Maria Laila Fernandez, Flavio Francucci, Cosimo Frascella, Luca Mascolo, Michele Nani, Duilio Paciello, Francesco Santagada, Gabriele Zecchiaroli) racconterà progressivamente un surreale bestiario di personaggi che affollano la raccolta, a più voci e in sequenza sparsa, per riscoprire un piccolo capolavoro della letteratura italiana, pubblicato nel 1979 da Rizzoli.
Martedì 12 maggio alle ore 16 in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere, il Teatro di Roma ha portato sul web le storie vere di chi si prende cura di noi in momenti e condizioni di fragilità, con L’arte di curare e di raccontare, una raccolta di vissuti, esperienze, competenze e testimonianze di uomini e donne esposti in prima linea in questi giorni di emergenza. Tre racconti di professionisti, sempre al fianco di pazienti e cittadini, che fanno parte di alcune storie raccolte a novembre, prima dell’epidemia, e che insieme a quelle del Covid-19 diventeranno presto un testo teatrale.
Giorgio Barberio Corsetti ha continuato a tenere aperto il dialogo diretto con artisti italiani e internazionali, incontrati virtualmente per rinnovare la conversazione sul teatro e immaginare il teatro che verrà. Questa settimana si è registrato un doppio appuntamento con due grandi protagonisti della regia contemporanea: mercoledì 13 alle ore 19 l’incontro con Massimo Popolizio, maestro di sapienza e inventiva scenica, dallo sguardo rivolto alla tradizione del nuovo, su cui si rinnova la continuità produttiva del TdR, da Furore di Steinbeck ai versi affilati di Belli, fino a Un nemico del popolo di Ibsen (premiato con un doppio Ubu al miglior spettacolo e alla migliore attrice Maria Paiato), per finire con Ragazzi di vita (tre Premi Ubu alla regia).
Periodo da considerare agli arresti domiciliari, in cui il tempo è cambiato per l’atmosfera per quanto successo intorno, in cui Popolizio ha letto molti copioni. Era in tournee a Torino e doveva andare a Piacenza, poi il lockdown, con una strana e non piacevole quotidianità da affrontare. In tale periodo si è mantenuto un rapporto attivo con gli attori e con tutti i lavoratori delle compagnie. Manca la cassa integrazione per tali lavoratori, ma è molto difficile dare una pioggia di soldi a tutti, il covid ha fatto una radiografia a tutto ciò che non funziona.
Il progetto Centuria promosso dal teatro di Roma è certamente un’idea molto forte ed anche innovativa per lo streaming, con attori fantasmi per 30 racconti di 3minuti e mezzo l’uno, secondo una struttura pensata proprio per lo streaming. Il dopo per Popolizio a metà tra regista e attore, è in realtà ancora con il coronavirus, in quanto non basta il rispetto della distanza, ma occorre un’invenzione creativa per rendere alcuni testi credibili, una drammaturgia ad hoc tra tamponi e certificati settimanali. Abbiamo il dovere di inventarci qualcosa per attrarre, ci sarà un’ondata di chi vuole essere presente, ma il problema sarà rappresentare uno spettacolo che non può essere amputato. Bisognerà provare con la mascherina che diventa una maschera. Popolizio sta pensando ad un’idea di spettacolo, un albergo a due piani con quattro stanze ad un piano e quattro ad un altro. Una storia possibile fatta di stanze e di intimità, otto stanze ed otto storie, uno scrittore, una coppia di assassini, una donna ricca con abiti griffati che ha subito un lutto. Dopo questa frenata vistosa, qualcosa sarà cambiato nel modo di vivere e di essere consumatori; sicuramente una diversa consapevolezza, non tutti pagheranno le tasse o leggeranno, la percezione del dolore sarà diversa, anche se non sarà visto come distruzione totale. Il dopo varierà alcune cose ma non cambierà la realtà. La gentilezza è sicuramente aumentata, una piccola cosa commuovente, che aiuta a vivere meglio. E’ sintomo di un desiderio di stare insieme, un sintomo di fragilità. C’è sicuramente necessità di teatro, ma bisogna togliersi dalla retorica, ci sarà bisogno di teatro sano, non di un museo di cultura, un porto dove approdare e il virus deve portare una spinta a fare.
Sabato 16 alle ore 21 ancora un incontro di Giorgio Barberio Corsetti con il regista francese e direttore dell’Odéon di Parigi, Stéphane Braunschweig, autore di numerose messinscene sia per il teatro che per la lirica, che affianca all’appassionata ricognizione dalla letteratura, eguale slancio per il teatro musicale.
La situazione è molto complicata per i direttori di teatro anche se all’esterno ci sono situazioni più drammatiche per le persone che hanno avuto lutti e per interi settori dell’economia. All’inizio era piuttosto felice di stare a casa per leggere e pensare a progetti, mentre ora il tempo è fagocitato dalle riunioni online. C’era un progetto di regia a Stoccolma per il Festival Ingmar Bergman per una versione teatrale del film Un mondo di marionette; il testo era contestualizzato ad oggi, ma purtroppo è stato accantonato. La situazione di crisi è comune a tutti i teatri d’Europa, con l’annullamento di tutti gli spettacoli. Sarà difficile fare teatro in queste condizioni a cui si aggiunge la questione prettamente finanziaria per la copertura dei costi; forse non si potrà andare in scena ma è importante continuare con le produzioni e le coproduzioni: l’attività artistica deve continuare in qualche modo anche con le sovvenzioni riflettendo sulle condizioni sanitarie in cui lavorare.
Cosa fare se vogliamo riaprire, chiede Barberio Corsetti. Con pubblico ridotto, in uno spazio enorme occorrono formule ambiziose e non una soluzione di ripiego; attori e pubblico in mascherina, tutti distanziati ma con un messaggio positivo ovvero stare tutti sulla stessa barca e nella stessa crisi. Nel rispetto delle norme di protezione si pensa ad un progetto in cui ci siano più attori, che preveda la sostituzione se qualcuno si ammala, una sorta di cast doppio con ruoli modificabili con condivisioni di ruoli e responsabilità compreso anche il compenso. Si può in autunno pensare e lavorare per far sì che il teatro diventi anche una sorta di fabbrica di rappresentazioni, anche se molto dipende se la gente verrà o meno, c’è tanta voglia di uscire e di fare le cose commenta Barberio Corsetti. La forza del teatro è stupefacente, continua Braunschweig; lo spettacolo La scuola delle mogli messo online da circa un anno ha avuto nelle ultime sei settimane un incremento rilevante di nuovi spettatori.
Dopo il virus si dice che tutto cambierà, prosegue Barberio Corsetti, ci saranno delle cose a cui bisognerà rinunciare e cambiare lo stile di vita anche in ambito artistico. Da persona pragmatica e realistica Braunschweig crede che la crisi causata dal virus arrivi in un momento particolare di presa di coscienza generale circa la crisi climatica. Per vivere in un mondo globalizzato dobbiamo agire sul clima. Bisogna migliorare i comportamenti degli artisti che viaggiano, bisogna pensare anche a questo, nel nord Europa esistono dei protocolli rigidi, delle prassi importanti in tal senso. Il teatro europeo ha una parte della programmazione internazionale con grosse problematiche per i prossimi mesi legate agli spostamenti, a possibili ulteriori ondate di contagi, il problema delle frontiere, ma è importante in questo momento riaffermare una solidarietà culturale tra artisti, una collaborazione dai teatri d’Europa per parlarsi, riflettere e reinventare tutti insieme.
Radio India ha continuato a trasmettere live, tutti i giorni dalle ore 17 alle 20, e in diretta streaming su www.spreaker.com, poi in podcast anche su spotify e social del Teatro di Roma. Tra le novità della settimana la rubrica The Performer – dall’insorgenza alla scomparsa dei corpi, in onda lunedì, con i contributi di Ilaria Benini e Chiara Bersani; oltre alla programmazione consueta, le strisce quotidiane accolgono altri ospiti d’eccezione: Asia Argento, mercoledì, nella rubrica Disco, ci ha guidato nell’ascolto di Wild is the Wind di Nina Simone; mentre Daria Deflorian in Persone, venerdì, ha intervistato Andrea Pizzalis.
Da ricordare infine l’appuntamento domenicale con Luce sull’Archeologia alle ore 12 sul tema La conquista del Lazio, tra storia, mito e religione.
data di pubblicazione:17/05/2020
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