Mathieu Amalric, splendido interprete di innumerevoli pellicole (una tra tutte Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel), passa nuovamente dietro la macchina da presa con Stringimi forte, film profondo, originale, dalla trama ambigua, girato in maniera non convenzionale, che sorprende dal primo fotogramma sino all’ultimo e che conferma la sensibilità anche come autore di questo splendido interprete.
Clarisse decide una mattina di partire all’alba a bordo della macchina del marito, per una meta che non è dato sapere, forse verso il mare come dichiara ad una sua amica. Lascia la lista della spesa fermata con un magnete sulla porta del frigo, butta un occhio a Lucie e Paul, i suoi due figli che dormono ancora, e a suo marito Marc. Al risveglio sarà proprio lui a dover trovare una giustificazione per l’assenza della donna, oltre che per una colazione non buona come quella a cui i figli erano abituati. La donna mentre viaggia in macchina verso la sua misteriosa meta, fantastica sui figli, comincia ad immaginare la loro vita senza di lei: li vede crescere e diventare adolescenti, ed il marito invecchiare. Ma ai progetti sul futuro di figli e marito si mescolano anche i ricordi, che affollano la sua mente senza un apparente ordine cronologico: l’unica cosa che a tratti sembra essere vera che tutto procede senza di lei, che è intenta solo a spiare o ad immaginare la vita dei suoi familiari. Nulla tuttavia è come appare. Ritroviamo Clarisse entrare nuovamente in casa senza essere vista, parlare con la gente del posto, spiare Lucie mentre suona il pianoforte, Marc lavorare e Paul mentre pratica sport: ma non ci è dato sapere se tutto questo è reale o anch’esso frutto della sua immaginazione.
Stringimi forte è un film sorprendente, dalla trama che non ha un andamento regolare come le foto polaroid che Clarisse butta nervosamente sul letto cercando di dare ad esse un ordine cronologico che tuttavia non riesce a ritrovare. È un film in cui la protagonista fugge da qualcosa, forse da un’attesa che le sembra troppo lunga per poter essere sopportata, ma nel contempo cerca anche qualcosa, che forse le manca, nascondendosi a coloro che più ama ma da cui al contempo sembra non volersi distaccare. La trama procede avanti ed indietro nel tempo, le scene sono montate in un modo da non rispettare una andatura convenzionale, eppure la storia ad un certo punto si dipana e tutti quei tasselli appartenenti ad una specie di un puzzle buttato all’aria e ricaduti alla rinfusa in terra, si ricompongono in un finale singolare, ma concreto e reale.
Presentato a Cannes fuori concorso, il film avrebbe al contrario avuto molti motivi per competere: il suo gioco continuo tra realtà e fantasia, tra verità e finzione, avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. Questo piccolo capolavoro è nelle sale italiane già da un po’: se ne consiglia vivamente la visione.
data di pubblicazione:23/02/2022
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Ho seguito il consiglio e sono andato a recuperare il film in un cinema di periferia: ne valeva la pena. Film enigmatico con un montaggio singolare. Una sequenza di tasselli buttati giù alla rinfusa che lasciano lo spettatore all’inizio disorientato ma poi lo rendono via via partecipe di una triste realtà. Trovo eccezionale l’interpretazione della protagonista. Film che meriterebbe un maggior seguito di pubblico… peccato veramente !
Ottima recensione.
“NULLA È COME APPARE”.
La fuga dal dolore deforma la realtà che non si accetta