(Teatro di Documenti- Roma, 15/24 novembre 2019)
Un classico della drammaturgia ibseniana, carico di ambiguità e di dissimulazioni. Due ore di spettacolo teso e sobrio, proposto con apprezzabile filologia teatrale e rispetto del testo originale.
Nella suggestiva location di un piccolo teatro storico sfilano i cinque protagonisti di un autore molto rappresentato, tutt’altro che passato nel dimenticatoio teatrale. Sala lunga e stretta, a contatto di pubblico dove i protagonisti recitanti si producono nell’affabulazione e poi si siedono, pazienti, in attesa della loro successiva entrata in scena. Ma attenti anche in situazione di pausa, ad abbozzare nuove caratteristiche che appartengono alla loro profondità. L’apparente verità si colora con l’apparire delle menzogne e di tante situazioni irrisolte, legate a paternità incerte. Realtà fatta di spettri e di ribaltamenti perniciosi. Una virtuale macchina del fango messa in moto dalla ricerca della verità. Un moto quasi inconsapevole provocato dallo sviluppo degli eventi. Rivelazione chiama rivelazione in un vortice che non sembra mai fine, in un processo dialettico in cui il personaggio inizialmente sbozzato si riconvertirà in uno completamente diverso nella catarsi teatrale. Spettacolo ricco di pathos. L’attualità di Ibsen sta nel delineare un mondo completamente privo di certezze, sin dal piccolo nucleo familiare. Tragedia in cui si intravedono baluginii proto-femministi ben in linea con l’autor di Casa di Bambola o Hedda Gabler. Siamo all’interno di uno spaccato borghese con molti derivati ottocenteschi di cui, volontariamente, non ci si sbarazza fino in fondo, per scrupolo di fedeltà e di corretta adesione alle tematiche dell’autore. Spettri come fantasmi e minacce. Opinioni, credenze, pregiudizi e decisioni in atto. Se il teatro è conflitto qui lo scioglimento emotivo è propedeutico alla messa in moto di un rigoroso groviglio di scoperte variamente metabolizzate dai protagonisti. Non tutto è come sembra, non tutto sarà eguale a prima.
data di pubblicazione:24/11/2019
Il nostro voto:
0 commenti