(Festival Internazionale del film di Roma 2014 – Gala)
La pellicola sugli Spandau Ballet, presentata al Festival di Roma, non è solo un operazione commerciale per rilanciare con una serie di concerti in tutto il mondo una delle più famose pop band degli anni ‘80/’90, dopo più di venti anni di assenza dalla scena musicale, ma è anche un film sull’amicizia e sulla passione che spesso il successo e la vita tendono a rovinare. Soul boys of the western world racconta infatti l’ascesa artistica di 5 ragazzi inglesi, cresciuti nella periferia operaia di Londra, amici sin dall’adolescenza, che amano fare musica, e che con essa sono cresciuti senza mai separarsi sino ad approdare ad un successo planetario per loro inimmaginabile. La regista George Hencken ci racconta quegli anni anche attraverso la politica di Margaret Thatcher e i disordini di allora, le nuove tendenze della moda e lo stile di certi locali trendy dove la band si esibiva e che rappresentavano un po’ il loro lasciapassare per il mondo, i primi videoclip musicali che iniziavano ad invadere le tv proprio in quegli anni e l’impegno della musica con il Live Aid di Bob Geldof, dando nel complesso alla pellicola un respiro di operazione ben riuscita, gradevole, articolata, decisamente da vedere non solo dalla generazione degli attuali cinquantenni, che con le musiche degli Spandau e dei Duran Duran sono cresciuti, ma anche da coloro che non sanno chi essi siano.
data di pubblicazione 20/10/2014
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