traduzione italiana di Daniela Padularosa, con Valerio Barillà, Lorenzo Carducci, Rebecca Clausi, Anita Lucenti, Margherita Nalini, Pablo Luis Rodriguez, Andrea Stefano, Giulia Troise, Luca Venditti. Al pianoforte Andrea Di Iorio. Regia e acting coach Francesco Bianchi e Francesca Gatto. Scene, video e comunicazione Irene Moretti, Manooshdromi e Ekin Yat, collaborazione Sonia Bellavia
(Teatro Ateneo – Roma, 13 dicembre 2024)
Moglie e marito, attrice e drammaturgo rispettivamente. Un pezzo importante della storia del teatro del XX secolo anche attraverso la trasmutazione strehleriana, decisiva per l’Italia. Attori non professionisti, di atti di storia del teatro fanno rivivere con piglio e aderenza lo spirito di un’epoca. Le lettere sono lo spunto per un recitativo vivace.
Spettacolo preceduto da un convegno dove la traduttrice ha spiegato il senso del carteggio: duecentocinquanta lettere scambiate tra i due protagonisti della pièce, frutto di un lavoro collettivo significativo anche visto il gran numero di protagonisti impegni dentro e fuori la scena. La consorte di Brecht alla morte del marito le è subentrato alla guida del mitico Berliner Ensemble, uno dei più compendiosi e coerenti esempi di compagnia teatrale del vecchio continente. Le problematiche degli epistolari sono vari. Brecht non era un esempio di fedeltà coniugale ma la sua principale preoccupazione era trovare una stabile collocazione alla propria idea di teatro nello scenario incandescente della seconda guerra mondiale, nella temperie del maccartismo e della nuova scena del dopoguerra. La Weigel è interlocutrice complice e solidale. Le lettere restituiscono un’epoca e vengono rivissute e rappresentante nel luogo simbolicamente significativo del Teatro Ateneo tanto caro al professore Marotti, capace di far arrivare a Roma per un seminario Benno Besson, prosecutore della mission brechtiana. Operazione riuscita vista la felice ricostruzione di un clima culturale.
data di pubblicazione:16/12/2024
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