(70 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – Berlino, 20 Febbraio/1 Marzo 2020)
Clint vive solo – unica compagnia i suoi cinque cani da slitta husky – in una casa sperduta tra le nevi della Siberia. Esplorando i suoi sogni e i suoi ricordi, intraprende un viaggio senza tempo alla ricerca della propria identità. In questo percorso intimo incontrerà varie persone, alcune delle quali oramai morte, e dovrà affrontare i numerosi demoni che affollano il suo passato…
Siberia è il sesto film che Willem Dafoe interpreta come protagonista sotto la regia di Abel Ferrara. Il regista sembra essere arrivato ad un punto di massima maturità creativa e utilizza l’attore come suo alter ego per rappresentare se stesso in questo suo personale viaggio interiore. Accompagnato dai suoi cani, che infaticabili strascineranno la slitta tra i ghiacci della Siberia, il protagonista si troverà invischiato in strane situazioni del tutto oniriche che lo porteranno a ricordare con nostalgia il tempo della sua infanzia quando andava a pescare con il padre e il fratello. Gradualmente veniamo a ricomporre i tasselli della sua vita, fino ad arrivare al ritiro siberiano dove gestisce uno strano bar frequentato da pochi abitanti del luogo e da un misterioso esploratore: con loro riesce a comunicare nonostante parlino una lingua a lui sconosciuta.
Il film è una sequenza di immagini che si sovrappongono senza apparente logicità, un poco come quei “dream logic” che troviamo in David Lynch, dove sogno e visione si fondono per generare qualcosa di surreale, fuori da ogni dimensione spazio-temporale. Certamente un film di non facile approccio e soprattutto da evitare per coloro che sono alla ricerca comunque di un significato palese in ogni cosa. Non viene seguito un percorso lineare: si passa dai ghiacciai siberiani al deserto magrebino, passando per un lussureggiante giardino dove si incontrano persone e cose che non ci sono più perché da tempo morte. Il film, molto atteso qui a Berlino dove viene presentato in concorso, ha lasciato alquanto interdetti gli spettatori in sala: alcuni hanno disertato dopo i primi dieci minuti di proiezione quando sullo schermo si sono alternate alcune sequenze decisamente splatter. Incuriosisce molto sapere come la giuria internazionale valuterà questo film visto che la Berlinale si è sempre distinta come un festival di nicchia e certamente Siberia è un film per cinefili molto esigenti, quelli che non chiedono spiegazioni ma preferiscono trovarsele da sé.
data di pubblicazione:26/02/2020
Nelle lunghe giornate di isolamento mi imbatto nelle tante cose trascurate per mancanza di tempo che ora invece abbonda e leggo con piacere del film di Abel Ferrara, un autore spiazzante.
Bene dice Iraci quando non si sofferma sulla trama, nei film di Ferrara non è così importante.
I suoi film a volte sconclusionati, lasciano una forte scia di immagini. Solo dopo molto tempo ci accorgiamo che ci hanno colonizzato e che quel mondo di ombre e incubi tocca una fibra profonda del nostro immaginario. Speriamo di poterlo vedere presto, per ora ci godiamo il racconto di Antonio.
#Berlinale70
Abel Ferrara ha un linguaggio universale a mio avviso soprattutto nelle sue opere recenti.
Dopo gli ultimi episodi ibridi e poco ispirati, credo che Abel Ferrara abbia bisogno di ritrovare una propria identità autoriale…con un opera forte e incisiva in linea con il suo temperamento trasgressivo e visionario! In questo caso i presupposti sembrerebbero esserci ….