(Teatro Vascello – Roma, 3/8dicembre 2019)
In scena al teatro Vascello di Roma del 3 al all’8 dicembre 2019 Sei, adattamento che la Compagnia siciliana Scimone Sframeli ha realizzato dei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello. Scimone e Sframeli sono artisti molto amati e pluripremiati in Italia così come all’estero.
Per la prima volta si misurano con Pirandello e con i Sei personaggi in una versione che dopo una lunga tournée, arriva finalmente a Roma. Una versione più essenziale, in cui il testo è sfrondato e semplificato, in cui si è ridotto il numero dei personaggi, con l’eliminazione o l’aggiunta di scene e dialoghi, sostituzione di qualche termine linguistico, ma senza stravolgere la struttura drammaturgica dell’opera originale. La commedia pirandelliana si apre maggiormente verso i rapporti concreti tra le persone. E i due attori registi prendono in mano i poli opposti della vicenda con Spiro Scimone da un lato ad interpretare il capocomico della compagnia in prova mentre Francesco Sframeli, che firma la regia, è un misuratissimo ‘padre’, ovvero il motore colpevole del dramma. Con loro in scena un folto gruppo di bravi e giovani interpreti.
Siamo in un teatro e gli attori di una Compagnia stanno per iniziare la prova di uno spettacolo che, forse, non debutterà mai. Improvvisamente un corto circuito lascia tutti al buio; il tecnico che dovrebbe riaccendere la luce non si trova e la luce arriverà solo con l’apparizione, in carne ed ossa, dei Sei Personaggi rifiutati e abbandonati dall’autore che li ha creati.
I personaggi sono li dietro tra i palchi del teatro dove la compagnia di attori sta provando e dagli stessi scendono in palcoscenico per presentarsi. Il loro desiderio è quello di essere rappresentati, per quello che sono con la loro storia terribile ovvero quella del Padre che nel retrobottega di Madama Pace incontra una bella ragazza che gli si vende, riconoscendosi entrambi con terrore lui e lei – il Padre e la Figliastra non potendo loro stessi neppure riuscire a rappresentare come protagonisti di un dramma che definiscono orrore. I componenti della compagnia, sconvolti da questa improvvisa apparizione, pensano che i “Sei” siano solo degli intrusi o dei pazzi e fanno di tutto per cacciarli via dal teatro. Ma, quando il Padre, inizia il racconto del “dramma doloroso” che continua a provocare sofferenze, tensioni e conflitti familiari, l’attenzione e l’interesse da parte degli attori e del Capocomico, verso i personaggi, cresce sempre di più e l’idea di farli vivere sulla scena diventa sempre più concreta e necessaria.
È una strana partita quella che oppone i due gruppi che si confrontano: gli attori sono fin troppo presi dal loro ruolo e dal proprio ego mentre i personaggi riversano in scena il proprio dramma, vissuto interiormente ma mai esternato fino in fondo, in quanto scomposto nella struttura drammatica e frammentato nella linea temporale. Una partita tra espressione artistica e vita reale tra essere umano e attore, ambedue al centro di una crisi di identità che li attanaglia, messi in crisi da una società e da un’industria culturale sempre più legata al denaro ed ai bisogni materiali.
Una versione intelligente e piacevole che riscopre questo grande autore in una chiave “umoristica”: perché la realtà è a volta assurdamente umoristica. E la piena attualità della versione proposta sta proprio nella modalità leggera e concreta con cui il dramma dell’incomunicabilità e del conflitto tra l’aspirazione a comunicare dei personaggi e l’impossibilità degli attori di dare corpo alla storia sul palcoscenico, viene comunicato e trasmesso.
data di pubblicazione:09/12/2019
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