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SCINTILLE di Laura Sicignano, con Laura Curino

12 Feb 2015 | Accredito Teatro

(Teatro Due Roma – 10/15 febbraio 2015)

Nell’ambito della rassegna “A Roma! A Roma!” in questi giorni si rappresenta al Teatro Due un nuovo interessante spettacolo: Scintille, per la regia di Laura Sicignano, autrice anche del testo    che si può inquadrare, senza esitazione alcuna, tra quei lavori di impegno politico, di denuncia universale, un autentico atto di ribellione tutto al femminile.

Lasciato alla genialità interpretativa di Laura Curino, con un ruolo che ben si adatta al suo impegno quotidiano per il riconoscimento della dignità e del ruolo sociale della donna, lo spettacolo, sia pur in forma di una narrazione-cronaca, rappresenta fatti realmente accaduti che hanno segnato una svolta storica sul tema della emancipazione della donna, oltre ad essere una denuncia serrata del mancato riconoscimento di quanto dovuto a fronte di un chiaro esempio di sfruttamento lavorativo. Lucia 20 anni e Rosa 14 anni, sono le figlie di Maltese Caterina, 39 anni; Lucia è amica di Dora, la contestatrice ebrea russa: se non ci ribelleremo, sarà solo la giusta punizione per essere state povere e docili. Tutte lavorano nella fabbrica T.W.C. che produce camicie a New York: è il 25 marzo 1911 e manca un quarto d’ora alla chiusura della factory e come ogni giorno le 600 persone, in prevalenza donne e quasi tutte ragazze, sono già dodici ore che lavorano ininterrottamente, in uno spazio claustrofobico. Sono immigrate, vengono dalla Russia, dalla Polonia, dall’Italia del sud: Puglia, Calabria, Sicilia… Laura Curino, che recita in maniera impeccabile tutte le donne che Laura Sicignano ha voluto celebrare, sembra muoversi a suo agio tra macchine da cucire, forbici, stoffe, spagnolette dando vita ad un monologo a più voci che singolarmente assumono tinte alquanto variabili: ora drammatiche, ora carezzevoli, ora accorate sino a culminare nella tragedia vera e propria, la scintilla che genera l’incendio. Da una casuale scintilla scaturirà un rogo improvviso che causerà la morte di 146 ragazze. Nessuna via di fuga praticabile, nessuna salvezza quindi, in una America sogno allora di intere generazioni, simbolo di libertà e di democrazia, fonte di benessere e di ricchezza, ma che per Caterina e le sue due figlie, fuggite per necessità come tanti altri dall’Italia, diventa invece un luogo di speculazione, di abuso, di maschilismo, di ingiustizia sociale, di non rispetto per la dignità umana. Da quel fatidico incendio nasceranno tutta una serie di movimenti che porteranno negli anni, tra lotte e repressioni cruente, al riconoscimento della posizione sociale della donna e dei suoi diritti.

Piace rilevare come ancora una volta il teatro diventa luogo ideale di denuncia, luogo di scena dove la finzione diventa vita. Scintille che danno morte, ma che danno contestualmente vita alle idee, che a loro volta contagiano persone per non dimenticare chi non ha più voce: è allo spettatore l’ultima azione, quella di non dimenticare, con la dolcezza dolorosa di chi ha subito un torto, ma non può da solo trovare un risarcimento è l’appello di Laura Sicignano che lo fa dire a Caterina, non dimenticate le mie figlie.

 

Mamma mia, dammi cento lire

che in America voglio andar

Cento lire sì, te le do

ma in America no no no…

data di pubblicazione 12/02/2015


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