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RITRATTO DI UN AMORE di Martin Provost, 2024

Pierre Bonnard (Vincent Macaigne) affermato pittore di talento incontra nel 1893 la giovane Marthe (Cecile de France). Un colpo di fulmine. Diverrà la modella per i suoi nudi, musa, compagna, moglie ed ossessione. Una relazione creativa e passionale. Marthe fragile e disturbata cercherà nel pittore la sua sublimazione personale e sociale anche a costo di mentire…

Provost stimato regista e sceneggiatore francese autore di altri apprezzati film sulla vita di artisti, si trova a suo agio nei biopic. Questo suo 8° lavoro presentato al XIV Festival del Cinema Francese tenutosi ad Aprile a Roma è il ritratto sensuale di Pierre Bonnard. Pittore postimpressionista, agiato e molto dotato ebbe un notevole successo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Meglio ancora il film è la storia della tumultuosa, singolare e pluridecennale relazione artistico/creativa fra il pittore e la sua compagna, musa ed ossessione. Dal loro primo fulminante incontro per strada nel 1893, al matrimonio nel 1925, ed oltre. Più di 40 anni di vita.

Il regista è un autore sensibile e buon ritrattista di personaggi femminili. Anche questa volta la sua attenzione è, in effetti, tutta centrata sulla controversa ed enigmatica personalità di Marthe. Una donna, tanto indipendente e libera quanto problematica, che trova nella passione sublimante per Bonnard l’autoriconoscimento e l’elevazione sociale ardentemente desiderati. Una persona fragile e complessa con un suo mondo di illusioni e menzogne che ha dovuto accontentarsi di essere la “modella nuda” di un grande artista di cui non riesce a comprendere i codici artistici, ad accettarne l’ambiente, né tantomeno l’edonismo mondano. Sullo sfondo anche i temi ben più ampi dell’emancipazione femminile, della durata dell’Amore, dell’esclusività affettiva e del talento artistico delle donne. Il regista si limita però ad accennarli ed a sfiorarli, preferendo concentrarsi sull’ossessione amorosa e creativa della coppia.

Ritratto di un Amore è un film dalla fattura classica articolato su ritmi molto posati. Provost, salvo qualche spunto interessante e coinvolgente, non esce dai canoni del genere, non rivoluziona e non intende rivoluzionare il modo di filmare la creatività artistica. La sua attenzione è sulla qualità della messa in scena e sulla corretta riproduzione di un’epoca, degli ambienti e delle atmosfere. Le luci e la fotografia sono perfette. Una rievocazione sottile e ben curata che tende ad esaltare ed a portare in primo piano il talento recitativo degli attori. I due protagonisti sono bravi, perfettamente a loro agio e rendono con naturalezza tutte le varie e complesse sfaccettature dei personaggi. Molto buoni anche i secondi ruoli nelle loro caratterizzazioni.

In conclusione un film normale, coerente con le aspettative. Discretamente girato ed interpretato, gradevole e coinvolgente. Formalmente raffinato, con una visione un po’ romantica e dall’aria culturale ma mai pedagogico.

data di pubblicazione:15/05/2024


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