Tom Ripley vaga senza meta e senza un vero lavoro nella New York dei primi anni 60. Si arrangia come può con piccoli imbrogli alla ricerca del colpo che potrebbe cambiargli la vita…La sua natura è inquieta ed è quella di un truffatore, ingegnoso, ma privo di scrupoli. Un incontro casuale con un investigatore e un equivoco gli offriranno la tanto attesa svolta.
Trattandosi dell’ennesima versione del primo e più famoso romanzo di Patricia Highsmith Il Talento di Mr.Ripley, la storia vi sarà certamente nota. Nel 1960, Renè Clèment portò sullo schermo, Delitto in Pieno Sole con Alain Delon, Maurice Ronet e Marie Laforèt. Nel 99, Anthony Minghella, girò un piccolo capolavoro, Il Talento di Mr.Ripley, liberamente tratto dal romanzo e splendidamente interpretato da Jude Law, Matt Damon e Gwyneth Paltrow. Per il cinema vennero girati in seguito altri episodi tratti dai romanzi della Highsmith, sempre incentrati sulla figura dell’inquietante Ripley.
In quasi sessanta anni, dunque, Tom Ripley ha assunto differenti incarnazioni a seconda della sensibilità dei registi e degli attori che si sono cimentati nella trasposizione del complesso thriller della scrittrice di Fort Worth. L’ultimo adattamento viene ora proposto dalla piattaforma Netflix, e va detto subito: si tratta di un prodotto di altissimo livello. La garanzia sull’affidabilità della serie, interamente girata in un affascinante bianconero nasce dallo script e dalla regia di Steven Zaillian e dalla fotografia di Robert Elswit ovvero due autentici fuoriclasse della moderna cinematografia. Il primo abituale frequentatore della Academy, vincitore nel ’94 dell’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale per, Schindler List e candidato in altre numerose occasioni (Risvegli,1991, Gangs of New York, 2003, The Irishman, 2020). Il secondo premio Oscar per Il Petroliere nel 2007. Riconosciuti i meriti autoriali, cerchiamo di spiegare perché questo, Ripley è una grande miniserie vicina alla perfezione stilistica e, in assoluto, tra le più belle mai viste. Evidente che la possibilità offerta dalla serialità di diluire e al tempo stesso approfondire la psicologia dei personaggi, rende, Ripley la versione più contigua al romanzo primigenio. Ed è in questo rigoroso alveo che Zaillian si è mosso, cercando nei limiti del possibile di essere il più aderente alle torbide atmosfere del bestseller della romanziera texana. Un noir che ha tutti i crismi del genere, sviluppato in otto episodi della durata di 45 minuti. Episodi che raccontano: una trama originale in continua evoluzione, persino nei momenti più statici, l’Italia degli anni 60, personaggi diversi e abilmente sfaccettati. La bellezza delle location mozzafiato, i paesini della costiera amalfitana, ma anche Roma, Napoli, Firenze, Sanremo, Venezia, la raffinatezza degli interni, la sobrietà degli attori, l’essenzialità dei dialoghi e su tutto una meravigliosa fotografia in B/N , rendono unica la serie. A voler cercare un difetto gli si potrebbe imputare un eccesso di formalismo a scapito della sostanza ma, vivaddio, ce ne fossero prodotti così curati in ogni dettaglio, Tutto funziona a meraviglia all’interno delle otto puntate che fanno presagire un necessario e auspicabile seguito nella prossima stagione. Nel perfetto ingranaggio, particolarmente azzeccati risultano gli attori e la colonna sonora a cura di Jeff Russo, arricchita dalle canzoni del tempo, quindi Mina, Celentano, Fred Buscaglione ,Roy Orbison e tanti altri.
Andrew Scott (Sherlock, Fleabag, Estranei) ha le cadenze giuste per Tom Ripley, ambiguo, spregevole e vulnerabile, al tempo stesso. Dickie Greenfield, l’amico, ammirato ed invidiato da Ripley perchè bello, ricco ed elegante non fa rimpiangere il Jude Law di Minghella ed è ben impersonato da Johnny Flynn, musicista, cantante e attore sudafricano, di belle speranze. Nel cast figurano in ruoli significativi Dakota Fenning, nei panni di Marge Sherwood, la sofisticata fidanzata di Dickie, prima a sospettare dell’ambiguità di Ripley. Diversi gli attori italiani presenti e ricordo, fra i tanti, Margherita Buy, nell’insolito ruolo di una scialba portinaia e il bravo Maurizio Lombardi, arguto e sospettoso poliziotto. Concludendo ci sono “N” ragioni per lasciarsi sedurre da Ripley, un piccolo capolavoro, una serie che molti critici suggeriscono di gustare, centellinandone ogni singolo frammento.
data di pubblicazione:02/05/2024
Azzeccato e centrato l’articolo e la descrizione dei personaggi e delle varie locations. Fotografia da Oscar. Certo qualche lungaggine che poteva evitarsi ma come si sa nelle serie tv si allunga sempre a dismisura il plot. Veramente un piccolo capolavoro.