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RIFKIN’S FESTIVAL di Woody Allen, 2021

10 Mag 2021 | Accredito Cinema, Novità

Dignitosa trasferta in terra di Spagna per l’errabondo e ormai 86enne Allen. Prossimo al capo dei cinquanta film, puntualmente uno all’anno, inevitabilmente ripiegato su se stesso e sul cinema del passato con un alter ego interpretativo appena otto anni più giovane dell’attore che rimpiangiamo.

Qualche apprezzabile guizzo sulfureo complessivamente non salva un film che sa della stessa anagrafe del regista impegnato nel registrare il tradimento di una coppia ma anche del mondo del cinema dai suoi originari valori, ovviamente ubicati nella vecchia Europa. Trasgredendo all’happy end la narrazione diventa il pretesto per una serie di quadretti immaginifici sul grande cinema che fu: sprazzi reinventati di Godard, Fellini, Bunuel. Occhio a Bergman e a Bresson. Scene che abbiamo già visto con la morte beffardamente reinterpretata. In questa seconda lettura una mano fondamentale arriva dalla fotografia di Vittorio Storaro. Il plot è presto raccontato. Una coppia in disfacimento vive i giorni del Festival cinematografico di San Sebastian come il lento sfilacciarsi del rapporto. Lei si lega al regista presupponente per cui lavora. Lui è risucchiato da un medico spagnolo legato a un rapporto sado-masochistico con un pittore. Cartoline della Spagna in appena 33 giorni di ciak. Non ci sono i dialoghi scoppiettanti di Hollywood, Ending: venti anni circa non sono passati invano. Qualche stilettata sul mondo del cinema ma nessun clamoroso affondo. Il buon, bravo e caro Woody il meglio l’ha già dato, la sua stagione cinematografica volge all’autunno. E di questo sembra esserne conscio. In passato ha offerto capolavori, ora solo piacevolissimi e a volte insignificanti film. Questo si vive come acqua fresca che non lascia tracce. Gli attori sostengono convenientemente il plot. Soprattutto il protagonista alter ego di Woody, alla quarta collaborazione con una sorte di fratello maggiore. Il tocco di Allen diventa sempre più leggero come se respirasse ogni volta di più la congrua fatuità della vita.

data di pubblicazione:10/05/2021


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1 commento

  1. Continua l’inevitabile parabola discendente di un grande regista…il rapporto fra i momenti di noia (in termini di sbadigli) e momenti di intelligente risveglio è decisamente orientato verso i primi. Se gli attori(escludendo l’alter ego professionista) e San Sebastiano rappresentano i soli motivi d’interesse della pellicola tocca dire che siamo a livelli molto modesti

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