(Teatro Manzoni – Roma, 10/27 novembre 2022, poi in tournèe a Catania)
Un delicato e non malizioso mènage a trois amicale con sullo sfondo il fine vita. Cortocircuito drammaturgico efficace reso con trasparenza e umanità da attori molto affiatati.
Due volte risuonano in scena le note della popolare canzone che offre il titolo alla piece. La canta Paolo Triestino e poi va in loop l’originale con adeguato arrangiamento. Nel titolo sta un’ipotesi sul futuro, quanto mai inquietante per tutte l’umanità, negli anni del Covid e della guerra ucraina. Ma in questo caso particolare per un trio di amici che passano di botto dei pensieri ordinari delle normali preoccupazioni familiari e/o lavorative, alla rivelazione del padrone di casa di una malattia incurabile. Un disvelamento improvviso, traumatico, torrenziale di fronte al quale i due reagiscono differentemente con i mezzi emotivi a loro disposizione. Ovvio che ci sia in ballo l’amicizia, la solidarietà, la richiesta di aiuto che va a toccare le corde più riposte della loro interconnessione pluriennale. Gli attori campeggiano alla grande con invidiabile sinergia. Paolo Triestino, dopo l’avvio in sordina, richiesto dal copione, porta la contraddizione e il conflitto in scena con sfumature d’umore pregevoli. Edy Angelilo regge magnificamente la parte dell’amica piacente, agè, ma disponibile mentre Emanuele Barresi con i suoi toscanismi, i suoi lazzi, è quello che, soprattutto nella prima parte, regala allegri e battute. Sala piena in capo a ben 17 giorni di esibizioni nell’affollato teatro romano caro alla terza età, spesso con doppio turno per uno spettacolo collaudato nel piccolo teatro di Carbognano e che ora gira l’Italia. Triestino dopo il divorzio con Pistoia è più pimpante che mai e dimostra con grande maestria anche nel padroneggiare la regia oltre che la propria parte, alle prese con un tema scomodo ma di estrema attualità.
data di pubblicazione:28/11/2022
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