(Teatro India – Roma, 4 e 5 luglio 2017)
In questo primo scorcio del nuovo millennio abbiamo imparato obtorto collo a prendere familiarità con nuove espressioni artistiche che attraverso la pura sperimentazione ci hanno insegnato a digerire, non senza la necessaria concentrazione, quello che in termini architettonici viene definito come decostruttivismo. La forma viene scomposta nei suoi vari elementi primari per generare un caos che diventa, con un ossimoro, proprio l’elemento regolatore dei singoli frammenti e ne costituisce paradossalmente il nuovo legante. Prélude, spettacolo di danza ideato della coreografa Cristina Kristal Rizzo e presentato al Teatro India nell’ambito della rassegna il Teatro che Danza, sembra ricalcare questo concetto di base rivisitando, con una propria personale visione, l’idea di ensemble per lasciare spazio ad ogni singolo elemento danzante di manifestare la propria individualità. Qui preludio ed epilogo si sovrappongono senza soluzione di continuità. I protagonisti, tutti di elevata bravura, riempiono con i loro incessanti movimenti una scena vuota e semibuia, come monadi che esistono in maniera autonoma, tutte concentrate a rappresentare se stesse in una ricerca spasmodica di libertà mediante un’attività di attrazione-repulsione. Più che apprezzabile l’iniziativa del Teatro di Roma che con questo progetto, già iniziato il 13 giugno e che durerà fino a metà luglio e poi con una breve ripresa a settembre, ci presenta le nuove tendenze della danza contemporanea frutto del lavoro di giovani coreografi e danzatori provenienti da diversi paesi, ognuno con le proprie peculiarità nate in ambienti totalmente eterogenei. Ben riuscito il lavoro di Cristina Kristal Rizzo che si è avvalsa della collaborazione di Simone Bertuzzi/Palm Wine per la selezione musicale e di Caned Icoda per i costumi. Sicuramente un’esperienza interessante per il folto pubblico in sala, indotto ad elaborare un’astrazione dal proprio immaginario di danza e spinto a indagare un campo espressivo del tutto nuovo, affascinante e decisamente conciliabile con l’inquietudine del presente.
data di pubblicazione:05/07/2017
Il nostro voto:
Ma che bello! Spero di poter seguire la rassegna rimarrò a Roma quest’estate.
Grazie per il bel articolo