A poche settimane dall’inizio degli “amari” Mondiali di calcio di Russia e a qualche mese dal 78° compleanno di Edson Arantes Do Nascimiento, il giornalista sportivo e scrittore Daniele Poto presenta, in occasione del Salone del Libro di Torino, il suo Pelé la perla nera, la prima biografia italiana del più famoso bisillabo del calcio e forse di tutto lo sport moderno: Pelé.
Trattandosi di una biografia, inevitabilmente viene effettuata una ricostruzione cronologica e storico-statistica della vita del giocatore, che viene inframmezzata da una carrellata di aneddoti legati a vario titolo al protagonista, ma non è un’opera celebrativa oltre ai suoi incomparabili successi di calciatore (non dimentichiamo i 3 mondiali vinti in poco più di un decennio e gli oltre 1.200 goal segnati in carriera); il libro dà anche conto degli errori imprenditoriali e degli insuccessi politici di “O Rei”, fornendo un quadro completo dell’uomo, dalla sua umile origine alla fama mondiale che ancora lo accompagna.
Ma la storia di Pelé non è avulsa da quella del Brasile degli anni ’50: ed è proprio quello che fa Poto, presentando la situazione sociale e politica del suo paese in quegli anni, con un occhio a quello che succedeva a “casa nostra” dove, dalle macerie del dopoguerra, si stava rialzando un’Italia che andava a grandi passi verso gli anni del boom economico.
La lettura ha il duplice risultato che permette ai più agée di ripercorrere i successi dell’atleta e, a tutti coloro che sono nati quando “O Rei” aveva ormai attaccato gli scarpini al chiodo, di farsi un’idea precisa di chi sia stato, in un’epoca in cui i valori del calcio non erano ancora sopraffatti da quello che oggi è soprattutto un business.
data di pubblicazione:14/05/2018
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