OUTSIDER – di Rachid Ouramdane con il Ballet du Grand Thèatre de Genève

11 Set 2024 | Accredito Teatro

(Roma Europa Festival 2024)

Il 9 e 10 settembre alle 21 è tornato, nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, il coreografo Rachid Ouramdane con la nuova creazione per il Ballet du Grand Théâtre de Genève. In OUTSIDER ventuno danzatrici e danzatori e quattro acrobati sono i protagonisti di una performance che associa la danza all’equilibrismo, legando terra e cielo nel segno della leggerezza. È un movimento ipnotico, ripetuto ed in continua evoluzione con direzioni definite come solo uno stormo di uccelli sa fare, che celebra le potenzialità del collettivo e mette in discussione la gravità aprendo nuovi orizzonti al movimento (foto Gregory Batardon).

Dialoga con l’altezza e la leggerezza Rachid Ouramdane, il coreografo di origini algerine di stanza a Parigi, dove dirige il Théâtre National de la Danse. La sua ultima creazione, in prima nazionale a Romaeuropa Festival, Outsider, nasce dall’invito del collega Sidi Larbi Cherkaoui, dal 2022 alla guida del Ballet du Grand Théâtre de Genève, a realizzare un progetto per tale compagnia. E così Ouramdane continua ad aggregare le arti performative, associando quattro highliner ai danzatori, alla ricerca di nuovi volumi e nuove connessioni per un teatro delle diversità e delle inclusioni.

Da anni studia il comportamento degli storni e la una scrittura coreografica è proprio sviluppata per sciami, con tutti gli interpreti del gruppo pronti a spiccare il volo. Nei costumi tra il beige e il nero di Gwladys Duthil, la danza si sviluppa su due piani, il primo sul palco, con dinamiche circolari e costruzioni di gruppo protese verso l’alto, ed il secondo aereo, con gli acrobati che entrano in scena nella loro eterea diversità, dotati di scarpe speciali e imbracature che li collegano alle funi sospese, come uccelli in sosta sui fili elettrici lungo le funi che si intersecano, con diverse angolazioni, segmentando geometricamente la scena in un quadro astratto, enfatizzato dallo splendido disegno luci di Stéphane Graillot.

Un frenetico gioco di luci e di linee sostenuto dalle ossessive note del compositore minimalista Julius Eastman, secondo uno schema di continue evoluzioni dei performer, che si raggruppano, si intrecciano, si disperdono senza però trovare vie di fuga. Responsabilità individuali e comportamenti di gruppo, in una visione rigorosamente egualitaria della collettività.

data di pubblicazione:11/09/2024


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