“… c’era molta gente a spasso … sembravano tutti presi a conversare, il fatto lo colpì, con quanta disinvoltura davano per scontato l’essere insieme e il parlarsi fra loro …” Così scrive Elizabeth Strout nelle prime pagine del suo nuovo libro appena uscito per i tipi di Einaudi. Nulla a che vedere ovviamente con la realtà che stiamo vivendo attualmente, ma come non rifletterci un attimo con amarezza in questi momenti in cui tutto ciò che fino a ieri davamo per scontato come il passeggiare, il conversare camminando in compagnia, sembra essere, d’improvviso, divenuto un ricordo lontano ed un desiderio futuro.
Dopo poco più di 10 anni dalla pubblicazione di Olive Kitteridge (2008 e Premio Pulitzer 2009) che la consacrò come scrittrice di successo insieme con la sua eroina letteraria, la Strout affronta la non piccola sfida di scrivere un seguito ideale di quel suo romanzo e supera la prova in modo brillante confermandosi ottima narratrice dalla scrittura evocativa, impeccabile e scorrevole; facendosi, ancora una volta, apprezzare per la sua capacità introspettiva nel rappresentare storie intense e profonde con personaggi vivi, veri e complessi. L’iconica Olive Kitteridge (il cui successo letterario è stato anche bissato dal 2014 in poi dal successo della serie tv con l’altrettanto iconica Frances McDormand perfettamente calata nei suoi panni), sta ormai per raggiungere gli 80 anni, è più consapevole di sé, e continua ancora, pur con i suoi modi ruvidi e diretti, talora anche egoistici, a cercare di comprendere non solo se stessa ed il senso della propria vita, ma anche quello della vita di chi con lei ed attorno a lei vive a Crosby, piccola città costiera del Maine. La cittadina è un microcosmo di personaggi e caratteri che si illuminano di momenti toccanti, ironici, ridicoli e drammatici, in una parola di profonda concreta umanità, ognuno dei quali ci fa riflettere sulla solitudine, l’infedeltà, l’alcolismo, la malattia, l’invecchiamento, la morte, le delusioni ed il rimpianto, tanti rimpianti. Per fortuna però ci sono ancora anche amicizia, amore ed empatia, sentimenti che la nostra Olive trova in se stessa e che riesce anche ad offrire agli altri.
Come nel primo libro anche questa volta la Strout fonde abilmente humour, compassione e tristezza in storie che confluiscono in un’unica storia il cui filo rosso, che tutte le unisce fra loro, è Olive che a volte ne è la protagonista, a volte invece appare solo sullo sfondo. Olive Kitteridge è un personaggio indimenticabile, una volta conosciuto non si riesce a dimenticarlo tanto è vivo, toccante e realistico. Questa volta però è più profondo, più consapevole, più triste, la malinconia aleggia su ogni pagina come un ultimo sguardo prima del congedo finale da parte di una persona consapevole di essere, col tempo, divenuta una persona migliore ma, forse troppo tardi!
Un bel libro che fa riflettere. Se avete letto ed amato, a suo tempo, Olive Kitteridge non potrete non apprezzare anche questo libro anche se meno allegro e forse più triste, ma la Strout è brava nel penetrare e rappresentare la realtà con Verità e con tutte le emozioni che la Verità porta con sé: allegria o tristezza che siano.
data di pubblicazione:23/03/2020
Invitante commento che stimola la curiosità di leggere questo libro :lo farò