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OLD di M. Night Shyamalan, 2024 – Netflix

Prisca e Guy stanno per separarsi. Annunceranno la decisione ai propri figli, ancora piccoli, dopo un’ultima vacanza da trascorrere tutti insieme, in un resort tropicale. Ma la spiaggia esclusiva che condivideranno con altri “fortunati” turisti – pochi prescelti con qualcosa in comune – si rivelerà presto una trappola infernale. In quel luogo stregato tutti invecchiano rapidamente, mentre qualcuno li osserva, non visto, dall’esterno. Per loro, cavie inconsapevoli di folli sperimentazioni, è impossibile fuggire. Impossibile fermare il tempo…

 

Liberamente tratta da Château de sable, graphic novel francese datato 2010, approda su Netflix questa pellicola di Shyamalan dal titolo impietosamente conciso: Old. Un monosillabo, un’unica cellula che vorrebbe contenere in sé un mondo, in sintesi o in embrione. Ricettacolo di reminiscenze e suggestioni narrative e cinematografiche. Old. Ovvero nulla di nuovo.

Il luogo fisico – teatro dell’azione – di questo fantamistery è lo scenario “paradisiaco” per eccellenza: la spiaggia (quasi) deserta, destinazione da sogno per soggiorni idilliaci. La vediamo qui rappresentata ora con toni macabri (onde insidiose si alternano a rocce impervie e a crepacci senza via d’uscita) ora con accenti parodistici (una gravidanza inattesa si compie in tempi da record in questa Blue Lagoon tinta di noir). L’intero dramma, forse svelato troppo precocemente, si concentra in poche ore, che contano come anni. La vita si contrae in uno spazio ristretto, e in egual misura il tempo si riduce, sotto l’occhio vigile di un Grande Fratello in versione scienziato pazzo, che osserva imperturbabile dall’alto del suo laboratorio.

Ripercorrendo lo schema classico della fiaba, la storia propone una parata – a tratti grottesca – di eroi ed antieroi. C’è l’uomo impavido che sfida il destino a costo della propria vita. C’è la donna – maga o strega – la cui bellezza esteriore finirà per contorcersi in mostruose metamorfosi. In veste di “aiutante”, c’è lo gnomo/bambino grazie al quale i due sopravvissuti risolveranno l’enigma nodale. E saranno loro, fratello e sorella – novelli Hansel e Gretel sin troppo cresciuti – a cercare, fino all’ultimo respiro, la salvezza. Mettendo a frutto l’ingegno senza rinunciare all’immaginazione, residuo d’infanzia. In questo bailamme di rimandi tragicomici sgranati in rapida sequenza, un messaggio (affidato alla discreta interpretazione di Vicky Krieps e Gael Garcia Bernal, Prisca e Guy) risulta comunque apprezzabile. A noi che inseguiamo il tempo, rincorriamo il tempo, volendo anticipare, precorrere, e abbiamo troppa fretta (Non vedo l’ora di sentire la tua voce quando crescerai – dirà la madre Prisca alla piccola Maddox) viene posto dinanzi uno specchio. Dove le nostre “brame” sono mutate in incubi. E dove tutto quanto rischia di essere annientato in pochi attimi. Nel male e nel bene (Stavamo litigando per qualcosa? Non me lo ricordo più…) cancellato, dissolto. Come fa il mare con le orme o con le scritte sulla sabbia. E persino coi castelli.

data di pubblicazione:10/09/2024


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