Georgia Hunter lo ha scritto ispirandosi alla storia vera della sua famiglia, storia che ha scoperto solo casualmente in seguito a un compito assegnato alla sua classe sulle origini della propria famiglia, la Hunter aveva quattordici anni e, solo allora, ha scoperto i segreti che il suo “fantastico” nonno le aveva sempre sottaciuto “non perché mi nascondesse intenzionalmente tutte queste verità, erano semplicemente frammenti di un’altra vita, che lui aveva preferito lasciarsi alle spalle.”
È la storia della famiglia Kurc, Sol e Nechuma i genitori, Genek con la moglie Herta, Mila con il marito Salim e la figlioletta Felicia, il terzogenito Addy (nonno dell’autrice), Jacob e la moglie Bella e Halina con il marito Adam, una famiglia ebrea di Radom, Polonia, una famiglia che subito prima dell’invasione della Polonia nel settembre del 1939 era convinta che tutte le mostruosità che sentivano accadere nella Germania nazista non sarebbero mai potute avvenire in Polonia.
La narrazione è perfetta, il continuo alternarsi dei capitoli con la descrizione delle vicende di ogni membro della famiglia, fatte da loro stessi in prima persona, permette una empatia immediata con i vari personaggi.
Il racconto inizia nel marzo del 1939 con una lettera di Nechuma ad Addy, a Parigi per conseguire la laurea in ingegneria, la madre gli fa il resoconto di ciò che avviene in casa dei “piccoli” cambiamenti che stanno iniziando ad accadere fino a giungere al punto centrale “E ciò mi porta al motivi principale di questa lettera: io e tuo padre crediamo che faresti bene a restare in Francia, per questa Pasqua e rimandare all’estate la tua prossima visita.”. Le cose stanno cominciando a cambiare, Nechuma, la madre, è fiduciosa che sia solo un momento, tanto da consigliare al figlio di rimandare la sua visita solo di qualche mese, non crede che ciò che sta succedendo in Germania possa in qualche modo coinvolgere anche la Polonia. Il giorno della celebrazione della Pasqua sono tutti riuniti, manca solo Addy che non è potuto rientrare a casa nonostante avesse voluto e non perché la madre lo avesse sconsigliato ma perché non era riuscito a ottenere il visto necessario per attraversare i territori sotto il dominio nazista che lo separavano dalla Polonia.
Nel corso della celebrazione della Pasqua Nechuma torna con il pensiero alla celebrazione avvenuta un quarto di secolo prima, durante la Grande Guerra, in un seminterrato ed è certa che non avverrà mai più una cosa simile: “No, lei non tornerà a nascondersi come un animale selvatico, non vivrà mai più in quel modo. È impensabile che si arrivi di nuovo a questo”. Purtroppo di lì a qualche mese dovrà rivedere tutte le sue certezze, il primo settembre la Germania invade la Polonia, i Kurc dovranno arrendersi all’evidenza che il loro Paese non è più sicuro per una famiglia di ebrei. Per sfuggire al nazismo, saranno costretti a dividersi e a rassegnarsi a una vita da clandestini, senza avere alcuna notizia dei propri cari, obbligati ad affrontare le persecuzioni, la fame e il freddo, tra la Siberia e la Palestina, tra il Brasile e l’Italia, senza sapere se, quello che vivono, è il loro ultimo giorno.
Una storia coinvolgente, con mille sfaccettature; un libro splendido di cui consiglio assolutamente la lettura.
data di pubblicazione:21/01/2018
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