NASTY di Tudor Giurgiu, Cristian Pascariu, Tudor D. Popescu, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

Un docu-film interessante anche per chi non ama un tennis. Perché documenta un’epoca folle di un mondo affollato di protagonisti che oltre a vincere per guadagnare un mucchio di soldi, si divertivano anche. Ilie Nastase a cavallo tra il 1972 e il 1973 è stato il numero uno del mondo ma non ha mai fatto sacrifici per esserlo. Una sorta di Panatta latino ma con più talento e versatilità.

Cinquanta anni di metabolizzazione sono stati sufficienti a un trittico di registi rumeni per resuscitare la parabola dell’indimenticato mattacchione del tennis mondiale degli anni ’70. Un repertorio di gag per contestare un punto mai giudicato. Spogliarelli, improvvisazioni, birichinate che oggi, nel regno del politicamente corretto, sarebbero brutalmente sanzionate e stroncate. Un tennista come Nasty squalificato, forse a vita. Nastase però vive come un personaggio divertente di anni felici anche nelle testimonianze di chi ci ha discusso e litigato. Come, soprattutto il suo connazionale mentore Ion Tiriac e poi il jet set dell’epoca: Jimmy Connors, Arthus Ashe, Jan Kodes, Tom Okker, Stan Smith, Bjorn Borg. Curiosamente nella carrella taci sono Ubaldo Scanagatta e Vittorio Selmi, però manca Adriano Panatta e un pizzico della sua pari follia. L’opera si fa apprezzare per la ricca produzione di repertorio d’epoca saccheggiata dalla disponibilità della televisione rumena. E c’è anche una breve immersione nella storia quando Ceasescu fu brutalmente sollevato dalla rivoluzione popolare. Con Nastase benedicente. Nei tempi del patto di Varsavia i tennisti Vip venivano rigidamente controllati. La delusione maggiore nella carriera di Nasty e la Coppa Davis persa in casa contro gli Stati Uniti. Una debacle che il compagno di doppio Tiriac non gli perdonerò mai. Pare infatti che Nastase fosse letteralmente scomparso dalle scene per tre settimane (fuga d’amore?). Dunque si presentò poco preparato e perse due incontri su tre in un incontro storico per il suo Paese.

data di pubblicazione:22/10/2024








1 commento

  1. Fra I tanti pregi del docu film ben evidenziati nella recensione c’è la nostalgia per un tennis che non esiste più e non solo per il cambio degli attrezzi e dell’atletismo dei tennisti.Era uno sport genuino non esasperatamente condizionato dai quattrini e dall’ansia di prestazione.Nastase con McEnroe, Connors e per certi versi Panatta sono stati gli ultimi grandi interpreti di quella irripetibile stagione.

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