MONROVIA, INDIANA di Frederick Wiseman, 2018

(75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)

Frederick Wiseman, a torto o a ragione è considerato attualmente uno dei registi storici della documentaristica. Con un passato da laureato in legge (ha anche insegnato alla Boston University) e qualche anno trascorso fra le forze armate e variegate esperienze parigine, dopo il rientro negli Stati Uniti, si fece notare con il suo primo lungometraggio World Cool che segnò l’inizio di una importante carriera.

A Venezia lo ricordiamo per il premio alla carriera nell’edizione 2014 e per l’appassionato Ex libris-The New York Public Library del 2017, viaggio all’interno della biblioteca pubblica della Grande Mela, fondamentale spazio per la vita culturale e la stessa coesione sociale dei newyorkesi. Col suo Monrovia,Indiana ci racconta la vita quotidiana di un piccolo centro agricolo dell’America più profonda.

 

Diciamolo subito, non è solo la durata del documentario (143 minuti), peraltro eccessiva, ma l’intera operazione a lasciare perplessi. Il ritmo è decisamente lento persino per la tipologia dell’opera, alcune scene si prolungano oltre il dovuto mettendo a dura prova la resistenza di un pubblico pur appassionato ai confini del masochismo. Ciò premesso, è evidente che l’idea di partenza era valida, come è giusto riconoscere diversi spunti di interesse; il regista, infatti, mostra non solo la realtà sociale ed economica di uno stato non ricchissimo, ma intende soffermarsi sui valori stessi che permeano quel tipo di realtà: doveri, vita religiosa, una certa autenticità, spesso messi a confronto con altri stereotipi decisamente contrari nella stessa società americana.

Quindi, il film ci mostra nelle oltre due ore uno spaccato della vita quotidiana di Monrovia, eretta a campione di una faccia dell’America contemporanea meno nota, rappresentata in tutti i suoi molteplici aspetti. Wiseman sostiene la tesi che la forza e le contraddizioni di questa società non sempre sono state apprezzate o comprese dalle grandi città della East e della West Coast americana. Nelle parole del regista le motivazioni primarie per il suo ultimo lavoro:

“Ho pensato che un film incentrato su una piccola comunità rurale del Midwest sarebbe stato il giusto corollario alla serie che ho realizzato sulla vita americana contemporanea. Monrovia, nello Stato dell’Indiana, mi ha affascinato per le sue dimensioni (1400 abitanti), la sua ubicazione (non avevo mai diretto un film nel Midwest rurale) e gli interessi culturali e religiosi condivisi dalla comunità locale”.

La coraggiosa scelta del regista ha comunque il merito non da poco di sollevare il velo su un altro aspetto della vita americana più recente, ovvero, lo spopolamento di tante aree del Paese e aver scelto un piccolo centro con poco più di mille abitanti, come pure il rigore con cui ha trattato la materia, testimoniano del suo impegno.

data di pubblicazione:04/09/2018







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