con Viviana Toniolo, Francesca Draghetti, Chiara Bonome, Andrea Carpiceci, Chiara David, Stefano Flamia, Mattia Marcucci, Maurizio Greco, regia di Stefano Messina , scene di Alessandro Chiti, costumi di Isabella Rizzi, musica del maestro Pino Cangialosi, disegno e luci di Francesco Barbera.
(Teatro Vittoria – Roma, 19 dicembre 2024/6 gennaio 2025)
Un classico ripresentato un anno dopo sull’abbrivio di innumerevoli versioni cinematografiche e televisive. Ma un unicum nella stagione del Teatro di Testaccio con una compagnia affiata e dai tempi drammatici perfetti. Viviana Toniolo va sulla scia delle più credibili Miss Marple, partendo dalla capostipite Margaret Rutheford.
Di un giallo ovviamente non si può rivelare il finale anche se l’espediente apparentemente magico della donna tagliata per assonanza può far arrivare alla soluzione dell’enigma. Un mistero che potremo definire logistico dato che l’assassino non può avere il dono dell’ubiquità essendo tutti i personaggi dell’intrico facilmente identificabili in un luogo che fornisce loro l’alibi. L’ingegnosità di Agatha Christie è pari solo alla sua macchinosità ma la versione teatrale ottunde la farraginosità e va dritto al sodo nella rievocazione d’ambiente. Qualche battuta funeraria alleggerisce la tensione. Ideale spettacolo di Capodanno, di concentrata evasione ma di assidua partecipazione nell’ovvio desiderio del pubblico di scoprire il colpevole. Appunto seminale è il gioco di prestigio. Non c’è orrore, non c’è sgomento anche se alla fine le vittime sono quattro, compresi gli acclarati colpevoli. Il grande rispetto del testo originale si fonde con una scena accurata, molto british e adeguate caratterizzazioni. Con Miss Marple invariabilmente al centro della scena, signora centrale per il disvelamento finale. Non c’è neanche bisogno che arrivi la polizia tanta è la sua sagacia anche visiva. Rappresentazione evergreen di sicura presa per tutte le età.
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