(carrozzerie n.o.t. – Roma, 13/22 ottobre 2023)
Lui e lei si incontrano finalmente per la prima volta in una stazione da qualche parte al Nord, dopo aver lungamente chattato su una app di incontri. Imparano a conoscersi tra imbarazzo e curiosità. Le cose sembrano andare bene finché non spunta l’altro. In scena alle carrozzerie n.o.t. il nuovo spettacolo della compagnia Teatrodilina. (ph. Manuela Giusto)
La bella amicizia e il sodalizio lavorativo che lega gli artisti della compagnia Teatrodilina – un gruppo di professionisti che occasionalmente si riunisce per dar vita a lavori centrati sulla parola, il suono e i gesti degli attori – si riflette sul palco lasciando lo spettatore meravigliato, divertito, in qualche modo edificato da una storia che in parte lo riguarda perché riflette le fragilità di ognuno. L’idea che regge l’impalcatura di questo loro ultimo lavoro, Meno di due, è estremamente efficace e solida nella sua semplicità.
Lui (Francesco Colella) è professore di greco in un liceo di Catanzaro, ha due figli e un divorzio alle spalle. Lei (Anna Bellato) manda avanti l’azienda di famiglia, anche se avrebbe voluto lavorare nella moda. Di figli non ne ha, ma convive con quattro cani. Si incontrano in una stazione di treni in un giorno piovoso, come lo sono spesso le giornate autunnali. Finalmente un appuntamento per conoscersi dal vero. Dopo aver lungamente scambiato messaggi sui social, ora possono scambiarsi gli sguardi, le esperienze, i dialetti. Davanti a un macchiatone, che è poco meno di un cappuccino ma più di un caffè (come lui e lei sentimentalmente poco più di uno, ma meno di due), iniziano a fare domande l’uno all’altra, tra imbarazzo e reciproco interesse. Chissà quante persone si stanno incontrando ora nella stessa modalità, mentre ne parliamo. Perché storie come questa accadono. È dai tempi antichi che succede così. C’è sempre in giro qualcuno con addosso l’odore di un cane abbandonato che, per lenire la solitudine, va in cerca di compagnia.
Spunta improvvisamente l’altro (Leonardo Maddalena) con cui lei ha una relazione, anche se è sposato con figli. Per un attimo l’idillio iniziale si affievolisce. Ma anche l’altro è uno come loro, come noi, e il gioco di specchi (di superfici riflettenti è fatta la scena di Salvo Ingala) si moltiplica e si arricchisce. Lo specchio è l’amico che ti dice la verità, ma anche lo strumento davanti al quale orchestri i travestimenti. Specialmente quando si vuole apparire migliori di quello che si è in realtà, creando aspettative a volte fasulle sugli altri, ingannando prima di tutto noi stessi.
Giocata sulla bravura e la naturale espressività degli interpreti, affiatati nel lavoro sul palcoscenico, la regia di Francesco Lagi cura ogni più piccolo dettaglio dello spettacolo con la meticolosità di un mastro orologiaio. Il tappeto sonoro di Giuseppe D’amato è così realistico da far dimenticare perfino di essere a teatro. Si ride della goffaggine e dell’ingenuità dei personaggi e finisce che ce ne affezioniamo perché in fondo ci somigliano. Nelle insicurezze. Nei desideri.
data di pubblicazione:21/10/2023
Il nostro voto:
0 commenti