di Liberato Santarpino, regia di Sebastiano Somma, con Sebastiano Somma e Morgana Forcella, in scena i musicisti Emilia Zamuner, Giuseppe Scigliano, Marco De Gennaro, Gianmarco Santarpino, Liberato Santarpino, ballerini Enzo Padulano e Francesca Accietto, scenografia Lumetrie.
(Teatro Vittoria – Roma, 3/6 ottobre 2024)
Una storia d’amore che diventa anche partecipazione alla vita sociale del Cile nello sviluppo drammatico della dittatura. Neruda appare come folgorato da una passione che non ottunde il suo desiderio di pace e fratellanza universale. Commoventi immagine d’epoca e tra le foto, una graffiante: Pinochet affacciato dal balcone Vaticano in compagnia del Papa d’epoca.
Tensione sentimentale e temperie politica cilena. Su questo arco emotivo si snoda uno spettacolo didattico e/o musicale che racconta un pezzo della grande storia d’amore che legò uno dei più universali poeti del novecento con la messicana Matilde. Ancorati al leggio i due personaggi si parlano in un ragionevole lasso temporale mentre i due omologhi ballerini danzano balli di passione. Tappe immaginate ma non immaginarie a Berlino, Nyon, Capri, Roma, rifugi segreti, prima clandestini poi pubblici. Si esce dallo schema del reading con pregevole musica del vivo che si lega alla tradizione sudamericana del tango. La voce di Somma prima è sommessa e delicata, alla fine irrompe su toni alti, quasi un grido di dolore quando la sua speranza di redenzione dell’umanità si infrange sulla dittatura di Pinochet e la dura realtà conosciuta dal Cile in cui inevitabilmente fa approdo, dopo lungo girovagare, nonostante il dissenso di Matilde. Nello spettacolo si riflettono i tormenti di un‘epoca e, in reazione, si alza la voce forte di una poesia che confessa di aver vissuto di luce e vita propria, nonostante tutto. Gli affanni sentimentali di Neruda si sposano con la delicata emotività della dolce Matilde. Un amore forte che è soprattutto indomita passione.
data di pubblicazione:06/10/2024
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