MAGGIORATE Divismo e celebrità nella nuova Italia

Federico Vitella ha scritto un libro che approfondisce un aspetto del divismo italiano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Quando la presunta rivalità tra Sofia Loren e Gina Lollobrigida stuzzicò la fantasia dei produttori creando delle star sul modello americano ma con una specificità tutta nostrana. Si scopre che la parola “maggiorate” nasce da un equivoco perché le primattrici non erano tutte signorine grandi forme. A esempio Gina Lollobrigida era piuttosto minuta e valorizzata semmai da reggiseni imponenti. Sulla scia di questo binomio anche Silvana Pampanini, Silvana Mangano e Marisa Allasio, coltivarono una propria robusta popolarità lasciandosi dietro incompiute come Cosetta Greco e Gianna Maria Canale. Era un’epopea di un cinema fiorente e tutt’altro che in stato di crisi. Basti pensare che nel 1955 vennero staccati più di ottocento milioni di biglietti nelle sale mentre il rendiconto del’attualissimo 2023 si ferma ad appena 50. Era un’Italia del dopoguerra che andava spesso e volentieri al cinema quando la televisione (prime immagini nel 1954) non si era ancora compiutamente affermata con un’ampia diffusione nelle case degli italiani. E le maggiorate coltivavano una fama che superava anche i confini di Chiasso, complici gli Oscar e film non disprezzabili girati all’estero. Poi negli anni ’70 gli uomini si sarebbero presi la rivincita. Perché dopo le ultime fiammate del neorealismo irrompono gli assi della commedia all’italiana: Gassmann, Manfredi, Tognazzi, Sordi e, sul versante drammatico, Mastroianni. Ma alcuni di loro sposano artisticamente le maggiorate. È il caso di Mastroianni che in un certo modo, generazionalmente, succede a Vittorio De Sica, girando ben 13 film accanto a Sofia Loren. Vitella meritoriamente ci restituisce un trend con una pubblicazione che è insieme un saggio accademico ma anche una facile lettura per appassionati del genere. Una bella silloge di illustrazioni completa l’opera.

data di pubblicazione:09/10/2024

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