Janis e Ana, due donne single ed entrambe incinte, seppur con le dovute differenze, accettano istintivamente la propria gravidanza come un dono e decidono di portarla a termine. Janis è una fotografa di successo e ha già quarant’anni: il suo orologio biologico la induce con decisione a non rinunciare a quella che potrebbe essere la sua ultima occasione di diventare madre; Ana invece è un’adolescente spaventata, con un vissuto da persona poco amata, ma con una inespressa carica di profonda dolcezza che neanche lei sa di possedere che la spinge, tra mille dubbi, verso quella creatura che porta in grembo.
In Madres paralelas, che ha aperto quest’anno la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed in cui è stata premiata con la Coppa Volpi Penélope Cruz proprio per il ruolo di Janis, Pedro Almodóvar torna su un terreno a lui caro, mettendo al centro quell’universo femminile con cui è in perfetta sintonia attraverso il tema della maternità. Ritratto intenso e sensibile, il film parla soprattutto di “senso materno”, di solidarietà ed altruismo al femminile, attraverso la descrizione di due donne, a loro modo libere ed alla ricerca della propria verità, portatrici di un dono immenso, ineguagliabile ed unico che prescinde dalla loro età o dalla loro condizione sociale, ma che parla di famiglia e di vita.
I destini di Janis e Ana si incrociano nella stanza di un ospedale dove sono state ricoverate per partorire, e da quell’incontro non nasceranno solo le bambine che portano in grembo, ma anche un sentimento di profonda “sorellanza”. Le poche parole che le due donne si scambieranno qualche ora prima del parto e l’inevitabile intervento del fato “almodóvariano”, creeranno un vincolo talmente forte che troverà uno sbocco inaspettato ed alquanto imprevedibile. Il film sorprende lo spettatore non solo per i noti temi cari al regista, ma soprattutto perché la storia ad un certo punto da privata vira verso un ambito politico netto, dichiarato, che si pone al centro della vicenda, in cui il parallelismo del concetto di maternità in senso lato diventa più importante dei destini privati delle due protagoniste ed in cui la verità che ognuna di loro sta cercando affonda le proprie radici nella storia del loro paese.
Questo risvolto sorprendente rende Madres paralelas un film insolito e profondo, con un cast straordinario ed una scena finale potente che fanno la differenza, in cui la vicenda privata lascia il passo alla ingombrante memoria storica del paese. La pellicola pur mantenendo intatte tutte le caratteristiche della filmografia di Almodóvar, regala agli spettatori una sfumatura inedita e nuova che non fa che accrescere il valore di questo artista tanto amato, che proprio a Venezia molti anni fa iniziò il suo meraviglioso cammino. Da non perdere.
data di pubblicazione:03/11/2021
Scopri con un click il nostro voto:
Almodovar ritorna ancora una volta ai suoi temi ricorrenti e cari: un intreccio di madri che si incartano in situazioni e sentimenti che abbiamo già visto altre volte. Un film che si fa seguire ma che non spicca per originalità. Lo sfondo dei crimini franchisti non necessitava di approfondimenti, è stata una pennellata in più ad un quadro già complesso di per sé. Sufficienza piena, ma di questo stravagante regista si è visto di meglio…
A rischio di lapidazione per non far parte del coro di osanna, a mio parere, una volta decantate le emozioni l’ultima fatica di Almodovar, pur bella, lascia comunque delle perplessità.
Tante, forse troppe, trame e sottotrame che si accumulano e sovrappongono… I temi delle verità private e delle verità storiche che non si amalgamano tra loro se non forzatamente… Il film e la regia che sembrano voler seguire più spunti narrativi degni di interesse che poi salti di ritmo, di logica e di sviluppo lasciano però incompleti…
Piccoli nei? Difetti? Eccesso di critica? Chissà… Comunque un film interessante e intrigante anche se imperfetto.
Ottima recensione,puntuale nell’evidenziare tutte le peculiarità di questo ultimo capolavoro di Almodovar.
3 madri a confronto:Teresa(mamma di Anna) priva d’istinto materno,Ana giovanissima ed impaurita,Janis determinata,spinta dallo scattare “dell’orologio biologico”,incarnano le varie sfaccettature dell’essere DONNA E MADRE.
L’Altro tema scottante politico della dittatura franchista avrebbe meritato un approfondimento maggiore e la considerazione finale,forse, è che i due temi trattati ,non si amalghino completamente
Questa critica esplicita in modo sorprendente tutti i contenuti e i passaggi emotivi dello spettatore ed i messaggi profondi sulla “sorellanza” e sugli aspetti sociali e politici.