(Teatro Argentina – Roma, 6 febbraio/8 maggio 2022)
Claudio Strinati introduce questo terzo appuntamento domenicale con l’Archeologia parlandoci di un soggetto che esula dall’argomento della giornata per dare invece una lezione vera e propria di Storia dell’Arte. Questa volta ha intrattenuto il pubblico in sala parlando del celebre quadro del Domenichino La caccia di Diana, oggi alla Galleria Borghese di Roma. Commissionata dal cardinale Pietro Aldobrandini, l’opera fu sottratta al pittore dal cardinale Scipione Borghese, affermatosi soprattutto come uno dei più importanti mecenati e collezionisti d’arte del primo seicento. Non riuscendo con le buone maniere a farsi cedere il dipinto, l’alto prelato era ricorso alla forza facendo addirittura trattenere per alcuni giorni in prigione il Domenichino per poi risarcirlo con una somma, anche per quei tempi, ritenuta irrisoria. Il Prof. Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, ha parlato di Neropolis, tra realtà e utopia nella Roma di Nerone, concentrandosi soprattutto sull’incendio che nel 64 d.C. in nove giorni aveva raso al suolo la capitale dell’Impero e di cui era stato accusato ingiustamente dai cristiani lo stesso imperatore. Ma gli storici sono oggi tutti concordi nel ritenere che il più grande disastro della storia di Roma sia dovuto al caso, visto che era scoppiato in estate con giornate caldissime in una città che era quasi interamente costruita in legno. Il Prof. Antonio Marchetta, dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha preso la parola per parlare del Tieste, tragedia scritta da Seneca, che narra della maledetta stirpe di Tantalo, personaggio della mitologia greca che per i suoi numerosi delitti era stato punito dagli dei e sottoposto ad un eterno supplizio nelle tenebre del Tartaro. Questo racconto è lo spunto per parlare ancora di Nerone e del suo terzo, poi risultato vano, tentativo di uccidere la madre Agrippina, invitandola a viaggiare su una nave difettosa in modo che sarebbe morta a causa di un naufragio. L’imperatore aveva dato scandalo per aver fatto costruire, con enorme sperpero di soldi pubblici e impiego di famose maestranze, la Domus Transitoria per collegare le tenute imperiali del Palatino con gli Horti Maecenatis sull’Esquilino. Le pitture, gli stucchi e i marmi che la decoravano andarono distrutti nel citato incendio del 64 d.C. ma erano solo un’anticipazione dello splendore della famosa Domus Aurea, costruita successivamente sempre con dilapidazione dell’erario di stato. Chiude la giornata la scrittrice Annarosa Mattei che ha parlato del suo libro Sogno notturno a Roma (1871-2021) per svelare i traumi subiti dalla città eterna a partire dal 1871, anno in cui fu proclamata capitale del Regno d’Italia, fino ai giorni nostri, come per esempio la demolizione totale dell’area intorno al Campidoglio, ricca di edifici di incomparabile valore storico e architettonico. Prossimo appuntamento per domenica 6 marzo quando verrà affrontato il tema della donna cristiana e del suo inserimento nel contesto sociale dell’Impero romano.
data di pubblicazione:28/02/2022
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