LUCE di Silvia Luzi e Luca Bellino, 2024

(ALICE NELLA CITTÁ 16-27 ottobre 2024)

Alla XXIIa edizione di Alice nella città è stato presentato, il 19 ottobre all’Auditorium Conciliazione nella Selezione Ufficiale, Fuori Concorso, il film Luce, opera seconda di Silvia Luzi e Luca Bellino, interpretato da Marianna Fontana, in anteprima italiana dopo essere stato in Concorso al Festival di Locarno. Una ragazza ed una voce al telefono, in un paese dell’entroterra campano freddo e impervio. Una connessione nell’etere che lega due persone, un padre e una figlia, separati e imprigionati in due contesti diversi ma terribilmente simili.

Una ragazza, durante una cerimonia di famiglia, nota un drone che sta filmando la festa e pensa di poterlo utilizzare per inviare un telefonino al padre, in carcere da diverso tempo. L’operazione le permette così di ritrovare una relazione perduta. Quella voce diventa l’unica presenza viva all’interno di un contesto difficile in cui si muove la ragazza, bisognosa di crearsi un immaginario per riuscire a sostenere un’esistenza densa di difficoltà.

Il soggetto alla base di Luce è davvero di grandissima forza, così come alcuni dialoghi tra i due personaggi principali. Il confine tra vero e falso è particolarmente sottile all’interno del racconto dove l’universo della prigione viene associato a quello della fabbrica in cui lavora la protagonista, una doppia solitudine in cerca di un cambiamento impossibile, irreale come il miraggio di un’isola deserta su cui scappare.

Potentissima prova di Marianna Fontana, attrice che si conferma una delle più vere del cinema italiano contemporaneo: tra i film in cui si era già distinta in passato vanno certamente ricordati Indivisibili di Edoardo De Angelis e Capri-Revolution di Mario Martone.

I bravissimi registi continuano nel solco dei temi della famiglia e della dignità del lavoro questa volta letti in relazione al rapporto con il potere, attraverso un linguaggio cinematografico che è oramai un marchio di fabbrica, fatto di primi piani e sfocature, sequenze lunghe e delicate, rumori, occhi, respiri.

Una ragazza apparentemente senza ambizioni, che deve sopravvivere alla ricerca di un’assenza e di una voce, che diventano il suo immaginario desiderato. C’è ancora, come nel precedente Il cratere, un rapporto genitoriale complesso e un interesse profondo per la relazione tra l’individuo e la sue responsabilità. Nella conceria di pelle, tra grate, sostanze tossiche, datori di lavoro e donne consumate dal lavoro, la protagonista è sola e rifugge il maschile. Deve avviare un percorso di riconciliazione con se stessa per iniziare a vivere davvero.

data di pubblicazione:24/10/2024








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