scritto e diretto da Lucia Calamaro
(TEATRO ARGENTINA – Roma, 22/28 marzo 2024)
Arriva all’Argentina di Roma L’Origine del mondo- ritratto di un interno, scritto e diretto da Lucia Calamaro in una nuova veste e con un nuovo cast che comprende la giornalista Concita De Gregorio e le attrici Lucia Mascino e Alice Redini. Uno spettacolo straordinariamente attuale, che ha visto la luce nel 2011 e che ha vinto nel 2012 tre premi Ubu. Tre atti per raccontare il presente della depressione: donna melanconica al frigorifero, certe domeniche in pigiama e il silenzio dell’analista. Tre donne, nonna, mamma, figlia, tre voci, tre generazioni (foto Claudia Pajewski).
Quante persone trascorrono la loro vita cercando di trovare un equilibrio interiore, lottando contro una costante solitudine cronica, che sembra non abbandonarle mai, senza godersi i singoli momenti di gioia perché troppo estranei dalla realtà? È questa la riflessione proposta nella trilogia di Lucia Calamaro, drammaturga e regista affermata nel panorama contemporaneo. Un dramma esistenziale, di un nucleo familiare al femminile, composto da madre (Concita De Gregorio) figlia (Alice Redini) e nonna (Lucia Mascino).
Un testo profetico, anche, perché dieci anni prima del Covid già parlava di reclusione, dolore del mondo, stati depressivi, disturbi alimentari, impotenza ma anche di possibile redenzione, nel quale prendono forma i legami familiari in cui si nasce e in cui ci si imbatte, tanto fondamentali quanto intricati.
Concita la protagonista cerca qualcuno e non qualcosa nel microcosmo del proprio intimo, vuole ritrovare se stessa. Ma per farlo ha bisogno degli altri, ha bisogno di qualcuno che ami ascoltarla con attenzione e con cura perché la vita è relazione. E la qualità della relazione deve essere fertile, di interscambio, altrimenti si rischia di ammalarsi di mancato ascolto. Come avviene alle tre protagoniste. Lucia, la nonna, sceglie di rimuovere le sue esigenze più vive riuscendo a sopravvivere nel mare di noia che ne deriva, brontolando nel tentativo di risvegliare la figlia dal letargo depressivo; Concita (la figlia di Lucia) non riuscendoci si isola, si chiude all’ipocrisia delle relazioni; sua figlia Alice è in bilico tra l’attaccamento alla madre e il tentativo di riuscire a comunicare con lei decifrando il suo linguaggio del corpo, vista l’impossibilità della comunicazione verbale, riscontrata ed esasperata nella relazione di puro silenzio esistente tra Concita e l’analista.
Un dramma di fronte ai fattori portanti della quotidianità, i dialoghi con il frigo che si apre e si chiude, con la lavatrice semivuota che gira e genera schiuma, ingombranti elettrodomestici con cui confrontarsi su debolezze, fragilità e solitudine. Legami fragili ma presenti che supportano la necessità e la volontà dolorosa ma essenziale di volere essere vivo e presente.
data di pubblicazione:25/03/2024
Il nostro voto:
Che mi dici della Di Gregorio attrice?