Luciano, reduce della grande guerra dalla quale è tornato quasi come un eroe e con una gamba irrimediabilmente compromessa, gestisce un ristorante proprio sulla piazza principale di Ascoli Piceno. Ci troviamo in piena ascesa della dittatura quando anche in Italia iniziano i rastrellamenti, da parte delle squadre d’azione, per individuare ebrei e oppositori al regime. Un giorno si presenta Anna a chiedere lavoro come cameriera tuttofare. Una volta entrata a far parte dello staff, la ragazza piano piano svelerà la sua vera identità e quasi fortuitamente sconvolgerà per sempre la vita dell’uomo che l’aveva assunta.
Giuseppe Piccioni, regista e sceneggiatore ascolano non è molto conosciuto al pubblico anche se ha firmato opere di un certo livello come Fuori dal mondo che nel ’99 vinse peraltro il David di Donatello come miglior film. In L’ombra del giorno ha scelto come protagonista Riccardo Scamarcio, ruolo che peraltro l’attore ricopre con grande professionalità e credibilità. Siamo ben lontani dall’immagine di quel ragazzo attraente che aveva subito conquistato chi lo avevano visto per la prima volta ne La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana o, più recentemente, in Mine Vaganti, uno tra i film meglio riusciti di Ozpetek. Ora abbiamo di fronte un uomo maturo, sia pure ancora quarantenne, che imbolsito e claudicante riesce ancora a ipnotizzare e affascinare lo spettatore con il suo sguardo ammiccante e severo al tempo stesso. Ci troviamo in pieno periodo fascista: la voce reboante di Mussolini invade le piazze per annunciare l’ingresso dell’Italia in guerra accanto a Hitler, la gente si guarda sbalordita e non si azzarda a manifestare, sia pur con velati sottintesi, il proprio dissapore. La presenza di Anna (una brava Benedetta Porcaroli) diventa presto il punto focale della scena: docile ma determinata sarà proprio il suo ruolo a polarizzare l’attenzione e a coinvolgere emotivamente lo spettatore via via che si procede nella narrazione. Il film ci riporta, sia pur alla lontana, a Ettore Scola e al suo indiscusso capolavoro Una giornata particolare: stessa ambientazione storica e stesso pathos psicologico di chi deve vivere nell’ombra perché i tempi sono diventati duri e non è più possibile vivere la propria vita alla luce del giorno. Il regista ci offre un film sicuramente di alto spessore, con un cast di primissimo ordine e un’ambientazione tanto perfetta, sulla celebre piazza principale di Ascoli Piceno, da sembrare quasi un set cinematografico ben ricostruito. L’atmosfera che fa da sfondo alla storia è malinconica, quasi a rafforzare le incertezze di chi non crede più, o forse non ha mai veramente creduto, a quello che invece si impone come certezza o indiscussa verità. Il film sarebbe precipitato inevitabilmente nella banalità se non fosse stato supportato da un’ottima sceneggiatura, curata dallo stesso regista insieme a Gualtiero Rosella e Annick Emdin, e dalla recitazione di attori ben conosciuti in ambito teatrale quali Lino Musella, Vincenzo Nemolato e Antonio Salines, cui il film è dedicato perché venuto a mancare poco prima dell’uscita nelle sale. L’ombra del giorno è un lavoro da non sottovalutare che ci parla di un’epoca infelice della nostra storia, ma lo fa con consapevolezza e rigore proprio per non togliere drammaticità a quanto di fatto si stava vivendo in quegli anni, tra molte ombre e falsità.
data di pubblicazione:11/03/0222
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