(Casa del Cinema di Roma, Festival del cinema rumeno)
Il film di debutto per il festival del cinema romeno alla Casa del Cinema di Roma. Un intenso flash back su quanto successe a Sibiu nel giorno in cui fu rovesciato Ceasescu (1989). Un punctum storico in cui rivoluzione e controrivoluzione intensamente si confondono.
La presa diretta e le scene di gruppo con concentrazione di tempo e di spazio sono i punti di forza di un film ovviamente di finzione che però prende la parvenza di un documentario nel tessere gli intricati fili del rovesciamento del regime comunista, in seguito a un insostenibile situazione economica di degrado della popolazione. Chi ha davvero sparato per primo a Sibiu creando il corto circuito tra il popolo, l’Esercito, la polizia e la Securitate? Dunque verità e dissimulazione si confondono quando 502 presunti terroristi vengono detenuti in una piscina opportunamente svuotata di acqua e duramente trattati per il loro presunto status di sovversivi, alcuni solo per la colpa di aver militato nei corpi dello Stato. Lo psicodramma rumeno ha bisogno di distanza (35 anni dopo) per essere rivisto, e meditato. Il regista non prende posizione ma mette i fatti sul tavolo in maniera che lo spettatore possa farsi una propria idea su quanto avvenuto. Gli attori sono professionisti ma sembrano appartenere a un tardo neorealismo con la loro intensità emotiva. Per la cronaca durante i disordini di quell’ormai lontana si registrarono 99 morti e più di 200 ferimenti. Ma il clima di grande tensione del film digrada in un finale meno teso anche se tutt’altro che consolatorio. La pellicola adombra anche un possibile intervento spionistico della Russia. Presentato in prima mondiale al Transilvania Film Festival del 2023 ha già avuto 17 riconoscimenti nei premi internazionali.
data di pubblicazione:06/07/2024
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