L’opera prima nella fiction di Millet ha le porte spalancate per il successo. Primo Premio nel Concorso Amore e Psiche del concluso e riuscito MedFilm Festival 2024, sta entrando nel circuito italiano della grande distribuzione dopo essere stato presentato a Cannes nel luglio scorso. Inoltre si sprecano i rumor per una possibile nomination nella selezione europea degli Oscar.
Storie di spie ma soprattutto di un’ossessione. Quella montante in progressione geometrica di Hamid, un profugo siriano, girovago tra Francia e Germania, inserito in un network spionistico che cerca di rintracciare nel vecchio continente i torturatori dell’odiato regime di Assad. La sua missione riguarda l’identità di uno di questi. La motivazione è forte come la rabbia che lo ispira. Ma la missione gli prende la mano e ne travalica intenzione e incarico. Così il pedinamento diventa paranoico e lo spinge ai confini di una possibile frequentazione con il potenziale carnefice rintracciato grazie a una foto non troppo chiara. L’ispirazione di un thriller, assecondata da una colonna sonora ritmica e pregnante, è il forte biglietto da visita del film. Incertezza e tensione montano improvvisamente anche se alla fine l’unico sangue che scorrerà sarà proprio quello del protagonista, trafitto dall’incauta coltellata di una collega troppo zelante nel desiderio di vendetta. Il film avvince per il fascino del mood ed è contrassegnata dalla scarsità dei dialoghi. Pochi ma significativi. Le azioni e i sottotesti coprono i buchi di una narrazione coerente e ispirata fino all’epilogo finale che, per ovvie ragioni, non riveleremo. Il network spionistico è chiamato a mettere ai voti la risoluzione sul torturatore: esecuzione o processo? E’ il dubbio che ha agitato anche i sonni del protagonista che nella vita privata è un professore di letteratura ormai senza famiglia e completamente sradicato dalla Siria.
data di pubblicazione:18/11/2024
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