L’ENVOL di Pietro Marcello, 2022

(Festa del Cinema di Roma, 13/23 Ottobre 2022)

1918, Francia rurale del Nord. Segnato dagli orrori della Guerra, Raphael (Raphael Thierry) ritorna al paese, un ambiente gretto ed ostile, trova la moglie morta e la piccola Juliette allevata dalla proprietaria della fattoria (Noémie Lvovsky). Un racconto che dura due decenni accompagnando l’infanzia e l’adolescenza della giovane Juliette (Juliette Jouan) fino a quando …

 

Pietro Marcello è pittore, scrittore, documentarista e regista. Dopo il successo di Martin Eden (2019) questo suo terzo lungometraggio è stato presentato con successo alla Quinzane des Réalisateurs a Cannes ’22. Un film francese diretto da un regista italiano!! Già questo la dice lunga!

Di nuovo lo spunto è un’ispirazione letteraria: un libero adattamento de Le Vele Scarlatte scritto nel 1923 dallo scrittore russo Aleksandr Grin.

Diciamolo subito! Un film controcorrente per modi, stile, eleganza, charme e modernità di linguaggio. Un film delicato, poetico, dolce e magico, diretto per di più con un tocco eccezionale, con capacità autoriale e scrittura originale. Un film piccolo e compatto che brilla di bellezza e lirismo e dalla narrazione dolce e piacevole. Un ottimo film da non perdere!

Come suo solito il regista con il suo stile narrativo sensibile ai dettagli, ondeggia a tratti fra il documentario e la fiction alternando e fondendo però con maestria le immagini, dandoci così l’illusione di continuità in una realtà idilliaca. Lo supporta una fotografia magnifica che esalta i paesaggi da sogno dando loro toni di luce caldi e morbidi. Marcello sa lavorare in modo singolare ai confini di più Generi, in equilibrio, sospeso fra il racconto, la favola e le suggestioni della Storia.

La Grande Storia vista in quella minuta, intima ed onirica dei suoi piccoli personaggi persi nella Francia profonda.

Tanto il padre Raphael è legato al legno ed alla terra, tanto la figlia Juliette è uno spirito d’aria e vola, vola via con i suoi canti e le sue parole. Canta il suo desiderio di libertà, sogna, come le ha predetto la maga del bosco, le vele scarlatte che un giorno verranno a portarla via nel mondo … Nell’attesa. Il Tempo è quasi fermo, sembra non scorrere in una realtà paesana immobile. Il regista osserva infatti la vita procedere immutata da sempre nel gretto ambiente rurale, un piccola ottusa società da cui non si può fuggire nemmeno andando a studiare in città perché le città ripropongono la stessa grettezza d’animo. Unica fuga restano l’immaginario, la fantasia, la poesia e la musica.

Il film è tutto qui, in questo disegno del reale e della poesia, incrociando l’uno con l’altra in un piccolo universo al cui centro sono la Natura e … le donne, la vera chiave verso il Futuro con la loro positività, sensibilità, forza e concretezza. Diversi i piani di lettura dell’opera: il peso del Tempo, l’ambiente cupo di un villaggio, le persone diffidenti ed ostili ed infine i sogni, rifugio di pace atemporale quasi sul filo del soprannaturale. Il ritmo del film scorre via scientemente senza scosse, aiutato da un ottimo montaggio e tenuto ben saldo dal regista. Il cast è formato dagli attori già citati e caratteristi tutti di gran talento. Raphael Thiéry dal volto rude, quasi una maschera scolpita nel legno è bravissimo e ricorda incredibilmente Michel Simon. Da segnalare poi sul finale anche il sempre fascinoso Louis Garrel.

Dopo aver visto un film come questo sarà difficile tornare alla sguaiatezza di certi nostri film! Non credete ai denigratori che vi diranno che si tratta di mera estetica senza sostanza e di vuota esaltazione romantica.

data di pubblicazione:18/10/2022


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