(Teatro Quirino – Roma, 12/24 aprile 2016)
Orazio (Gianfranco Jannuzzo) vive attingendo al ricco patrimonio di famiglia, ma le rendite di cui dispone non riescono più a sostenere il ritmo delle sue pretese. Il prestito di centomila euro che ottiene dal mafioso Lucky Bonanno (Cosimo Coltraro) è solo un provvisorio palliativo. L’unica soluzione, come suggerito dalla fedele governante Nunziatina (Antonella Piccolo), è quella di sposare in fretta una donna molto ricca: Orazio dovrà rinunciare alla sua libertà di convinto scapolo, ma potrà arginare la piena dei suoi sempre più numerosi creditori.
La sposa-vittima designata è Albertina (Debora Caprioglio), presentata a Orazio dalla comune amica Floriana (Claudia Bazzano). Albertina è un’entomologa ingenua e goffa, più a suo agio con gli insetti che con gli esseri umani, che dispone però di un patrimonio capace di restituire a Orazio l’agio perduto. Il matrimonio, del resto, potrebbe durare molto poco: basta un grammo di veleno per diventare un vedovo e ricco erede.
La storia, liberamente tratta dal film È ricca, la sposo e l’ammazzo (1971) di Elaine May, protagonista insieme a Walter Matthau, valorizza più la componente comica che quella romantica, senza indulgere al sentimentalismo proprio del genere. Le battute incalzanti, anche se non sempre travolgenti, possono contare sulla convincente maestria dei due attori protagonisti Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio: cinico lui, indifesa lei, ma entrambi accomunati da un’inesperienza nei confronti della vita che li rende più simili di quanto possa sembrare. La “morale della favola” è intuitiva: gli opposti possono non attrarsi immediatamente, ma finiscono per scoprirsi inevitabilmente complementari.
I cambi di scena sono essenziali e frequenti, sostenendo con apprezzabile solidità il ritmo narrativo. Meno convincenti le “inserzioni video” cui il regista ricorre per sottolineare alcuni snodi del racconto (a partire dal matrimonio), ma che non sempre si inseriscono in maniera armonica nel contesto scenico.
Frase cult: le battute sono il sale della vita, sempre che non si abbia la pressione alta.
data di pubblicazione: 15/04/2016
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