(Casa del Jazz – Roma, 14 Luglio 2016)
Musicisti in erba suonano al chiaro di luna sul manto verde del parco di Villa Oslo. Tra i fili d’erba del giardino spunta un giglio del Nilo con i suoi inconfondibili petali bianchi: è la giovane Margherita Vicario con indosso una candida gonna larga a crinolina, la cui forma ricorda il fiore di origini africane; il nettare della sua voce è profuso sul pubblico presente mercé alcuni pezzi del suo repertorio, nonché con alcune cover di cantautori italiani, da Daniele Silvestri a Lucio Battisti. Le melodie della cantautrice e compositrice (ma anche attrice in diversi film, tra cui The Pills – Sempre meglio che lavorare) si fondono con il suono caldo e vibrante della chitarra di Gian Marco Ciampa, abbracciato al suo strumento come se fosse la sua compagna, carezzando in alcuni passaggi docilmente le corde, mentre in altri le afferra e scuote con vigore. Il formidabile chitarrista italiano – insignito, tra l’altro, del premio “Chitarra d’oro” come miglior giovane talento – brilla per virtuosismo ed eleganza sia quando accompagna le canzoni della Vicario, sia durante l’esibizione in solitaria con l’arrangiamento di una canzone di Francisco Tarrega; e per la sua straordinaria abilità ricorda il maestro spagnolo Andres Segovia: tant’è che mentre suona la chitarra sembra di sentire un’orchestra su sei corde. Non è tuttavia la sola orchestra presente sul palco, anche quella giovanile di Roma – che annovera tra i suoi 52 componenti una musicista giovanissima (di soli 10 anni!) ed è diretta da un esaltante Vincenzo di Benedetto – esegue diversi componimenti classici, come l’indimenticabile overture di Rossini de L’italiana in Algeri.
Ad arricchire la serata è l’ospite speciale Marco Zitelli (moniker: Wrongonyou), artista italiano eclettico che segue le orme tracciate dalle tonalità folk di Bon Iver. Durante lo spettacolo, attraverso il campionamento in loco della sua voce delicata, riproduce in loop i suoni creati realizzando una performance degna di nota, in special modo nell’esecuzione della cover di Mad World, il celebre brano composto da Gary Jules.
I diversi musicisti e i brani che si susseguono contribuiscono a offrire una serata piacevole, dove l’alternarsi di musica classica e leggera finisce per mescolarsi dando vita ad un’unica melodia. Un concerto allegro, vivace, spensierato, non solo per la giovane età dei partecipanti, ma anche per il modo in cui sono eseguite le canzoni. Un evento che merita di essere ripetuto, se non altro per vedere la crescita musicale di questi talentuosi ragazzi.
data di pubblicazione:15/07/2016
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